IDIBUS SEXTILIS (AUGUSTIS)
DIES
NEFASTUS PRIORE (fino al mezzogiorno è illecito trattare affari).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
priore, serenus posteriore
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
Anniversario del tempio dedicato al dio Ercole Vittorioso, Hercules Victor.
Anniversario del tempio dedicato al dio Ercole Vittorioso, Hercules Victor.
Anniversario del tempio dedicato alla dea Diana.
Nemoralia
(festività delle torce) in onore di Diana
Nemorensis.
Anniversario del tempio dedicato alla dea Flora.
Anniversario
del tempio dedicato nel Foro agli dei Castore e Polluce, Castor et Pollux, nei
pressi del luogo in cui i Dioscuri, dopo aver partecipato alla battaglia del
Lago Regillo (496 a.C.) al fianco dei Romani contro i Latini, annunciarono la vittoria
ai Romani.
Vertumnalia:
festa in onore del dio Vertumno, Vertumnus,
protettore della natura che si trasforma e del mutare delle stagioni.
I
NATI E I MORTI DEL GIORNO
Non
v’è memoria di nati (o defunti) in questo specifico giorno negli Annales dei Pontefici.
IL
NUMEN DEL GIORNO: Ippolito
della Casa di Egeo
Figlio
di Teseo e dell’Amazzone Antiope (ma secondo altri la madre era Ippolita o
Melanippa) il giovane amava la caccia al punto da disprezzare la venerazione di
Afrodite. La dea si vendicò suscitando in Fedra, nuova moglie di Teseo, la
passione incestuosa per il figliastro.
Il
giovane rifiutò la matrigna, e Fedra si suicidò. Tuttavia la donna, per
vendicarsi lasciò una lettera al marito: in essa diceva che l’estremo gesto era
stato fatto per la vergogna di essere stata violentata da Ippolito. Il padre
accusò il figlio, ma questi non si poteva difendere visto che si era vincolato
con un giuramento a non menzionare l'amore di Fedra per lui.
Così
Teseo maledisse il figlio: mentre il giovane andava in esilio, Poseidone, padre divino
di Teseo, fece uscire dal mare un toro che mandò nel panico i cavalli della biga
e distrusse il veicolo. Ippolito rimase avvinghiato nelle redini e morì
trascinato dai cavalli. Prima di morire, però il giovane perdonò il padre ed
Artemide rivelò la verità a Teseo, giurando di uccidere uno degli amanti di
Afrodite (ovvero Adone) per vendetta.
Secondo
Virgilio, Ippolito, su richiesta di Artemide, viene riportato in vita da
Asclepio, dio della medicina. Dopo la resurrezione, Ippolito fu trasportato da
Diana sui Monti Albani, ricevendo il nuovo nome di Virbio (ovvero "nato
due volte"). Lì il giovane istituì il culto della dea, sposò Aricia e
regnò sui colli, iniziando la tradizione del Rex Nemorensis.
IL
DETTO
Giardini di Adone \ Bello come un Adone
L’illustre
sir James Frazer, nel suo fondamentale Il
ramo d’oro, pone molta attenzione sui riti delle Adonie, le feste in onore di Adone, che si tenevano in primavera (a
Biblo e Atene) oppure in estate (quelle di Antiochia ed Alessandria).
Nel
primo caso, i riti ricordavano e rappresentavano il dolore per la scomparsa di
Adone e subito dopo la gioia per il suo ritorno; nel secondo, i vari aspetti
della vita vissuta in compagnia di Afrodite e bruscamente troncata dalla morte.
Per Frazer questo culto era l’erede di quello del mesopotamico Tammuz (Adon semitico significa “signore”, così
come il dio degli ebrei è chiamato anche “Adonai”).
Nel
XV Idillio di Teocrito è descritta la festa alessandrina: si portavano in
processione le immagini di Adone ed Afrodite, accompagnati da simboli della
natura fiorente d’estate e dai cosiddetti Giardini
di Adone: le giovani donne sue devote portavano al tempio piccoli
giardinetti in vaso a lui dedicati. Coltivati amorosamente per tutta la durata
della cattiva stagione erano poi sacrificati al dio rinascente al suo
riapparire.
In
successiva epoca cristiana veduti come emblemi di vanitas pagana o anche di sterilità, in quanto duravano poco ed
erano gettati via presto... fino ad esser stigmatizzati qual simboli
dell’onanismo e dell’omosessualità.
Adone e Venere secondo Canova |
Adone
simboleggia la giovanile bellezza maschile ma anche la morte ed il rinnovamento
della natura.
Nel
mito greco era un fanciullo bellissimo, nato dal rapporto incestuoso fra
Cinira, re di Cipro (ubriacato per l'occasione), e sua figlia Mirra (o Zmyrna);
tale incesto fu dovuto all’ira degli dei: si dice che Cancreide, moglie di
Cinira, osò sostenere che sua figlia fosse più bella di Afrodite, oppure Mirra
stessa s'astenne dall'officiare sacrifici alla dea.
Afrodite,
adirata, fece infiammare Mirra d'amore per suo padre; con l’aiuto della sua
nutrice Ippolita la ragazza organizzò la seduzione. Durante la festa di Demetra
le mogli si astenevano dall'andare a letto con i propri mariti; Cinira, ubriaco,
giacque con Mirra per nove notti, senza che l'uomo scoprisse l'identità della
figlia, ma una notte Cinira s'incuriosì e accostò una lampada al viso di Mirra;
riconosciuta in lei la propria figlia, ammutolì per l'orrore e sguainò la spada
per ucciderla. Mirra fuggì disperata in aperta campagna e, con il favore della
notte, depistò il padre, supplicando poi gli dei di renderla invisibile
risparmiandola sia alla vita sia alla morte. Afrodite, mossa a compassione,
s'affrettò a tramutarla in un albero di mirra, che l'uomo troncò in due con un
netto fendente.
Trascorsero
nove mesi, e Mirra fu colta dalle doglie. Il suo tronco s'incurvò ma la
metamorfosi privò la fanciulla d'una voce potente con cui potesse emettere
gemiti. Lucina s'impietosì, s'avvicinò all'albero e posò le mani sulla
corteccia per pronunciare la formula del parto. Subito s'aprì un piccolo varco,
da cui affiorò il piccolo Adone. Le Naiadi lo raccolsero e lo unsero con le
lacrime di sua madre.
Allevato
dalle Naiadi, il bellissimo fanciullo suscitò l’amore di Afrodite e di
Persefone. Per risolvere la contesa si appellò al verdetto di Zeus. Ma questi,
che ben sapeva come Afrodite in un modo o nell'altro si sarebbe unita con il
bel fanciullo, rifiutò di risolvere una questione così sgradevole e l'assegnò
ad un tribunale meno prestigioso, presieduto dalla Musa Calliope. La dea
stabilì che Afrodite e Persefone meritavano pari autorità su Adone, e ordinò al
ragazzo di passare un terzo dell'anno con Afrodite, un terzo con Persefone e un
terzo con la persona di sua scelta.
Afrodite
s'infuriò perché Adone non le era stato concesso solo per sé e sfogò il suo
sdegno instillando nelle Menadi un disperato amore per Orfeo, figlio di
Calliope. Il musico, ancora disperato per la morte dell’amata Euridice,
respinse le fanciulle invasate ed esse, offese, lo dilaniarono.
Poi
Afrodite indossò la sua cintura magica, che stimolava il desiderio sessuale
verso chi la portasse, e attirò Adone fra le sue braccia, inducendolo a
trascorrere con lei anche la porzione annuale destinata alla libertà e
riducendo il periodo che spettava a Persefone.
Secondo alcuni mitografi, durante una battuta di caccia, il giovane fu ucciso da un cinghiale inviato da Apollo con l'aiuto di Artemide, desiderosa di vendetta per l’uccisione di Ippolito (vedi sopra), o da Ares, geloso amante della dea Afrodite. Dal sangue del giovane morente crebbero gli anemoni e da quello della dea, ferita tra i rovi mentre era corsa a soccorrerlo, le rose rosse.
Zeus
commosso per il dolore di Afrodite concesse ad Adone di vivere quattro mesi nel
regno di Ade, quattro sulla Terra assieme alla sua amante e quattro dove
preferiva lui.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Quando Orione e Sirio son giunti a mezzodel cielo, e Arturo può esser visto da Aurora dalle dita di rosa,o Perse, allora tutti i grappoli cogli e portali in casa.Tienili al sole per dieci giorni e dieci notti;per cinque conservali all'ombra, al sesto versa nei vasii doni di Dioniso giocondo.
(Esiodo, Opere e Giorni)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
T.G.H.
James, Miti e leggende dell’antico Egitto, Mondadori (I colibrì), 1971
Raccontare
storie nate per essere raccontate: ecco lo scopo di questo agile tascabile,
arricchito dalle illustrazioni di B. Melling. Il curatore è un egittologo del
British Museum, impegnato nella trascrizione di papiri: la correttezza
filologica, assieme al piacere della lettura, è garantita.
IL
REGALO DEL GIORNO
Pilleum (Il berretto)
T’avrei donato un mantello, potendoOra faccio un regalo alla tua testa.
(Marziale, Apophoreta, CXXXII)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Ius in dentice asso (Salsa per dentice
arrosto)
Pepe,
ligustico, coriandolo, menta, ruta secca, mele cotogne cotte, miele, vino, garum, olio. Scalderai, legherai con
amido.
(De Re Coquinaria, X, III)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Mentre
ti domandi irresoluto \ che cosa vuoi essere, \ tu potresti non essere già più.
(Marziale, Epigrammi, II, 64)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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