ANTE DIEM QUINTUM DECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
NEFASTUS PRIORE (giorno di festa religiosa pubblica, fino a mezzogiorno
è illecito trattare affari)
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
priore, serenus posteriore
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
Vinalia
Rustica – Festa per invocare la protezione delle vigne. I Vinalia Priora (festa del vino nuovo) si celebravano il 23 aprile.
Anniversario del tempio dedicato alla dea Venus, Venere, conscrato nel 293 a.C..
I
NATI E I MORTI DEL GIORNO
14
d.C. – Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto muore a Roma all’età di 75 anni. Il
Senato proclamerà la sua apoteosi come Divus
Augustus.
232
d.C. – nasce l'imperatore Probo a Sirmium (Illyricum).
I
NUMINA DEL GIORNO: I SATIRI
I
Satiri sono divinità minori della mitologia greca (tra i Romani erano noti come
“Fauni”); abitatori di boschi e montagne, barbuti con corna, coda e zampe di
capra, sono raffigurati come maschi lascivi, dediti al vino (sono compagni di
Pan e Dioniso), suonatori di flauto, intenti a danzare o a insidiare le ninfe.
Sono una personificazione della fertilità e della forza vitale (maschile) della
natura: spesso sono rappresentati con una vistosa erezione.
Tra
loro i più famosi sono Sileno, l’educatore di Dioniso, e Marsia.
I
SILENI sono creature simili a loro, anche se imparentati con i Centauri: hanno
infatti le orecchie, coda e le zampe da cavallo.
IL
DETTO
L’inverno non è finito finché l’ibis non
è scomparso
Tra
gli Yamana della Terra del Fuoco si racconta che un anno l’inverno fosse
talmente lungo e duro che la gente ormai temeva che la primavera non tornasse
più. Poi, un giorno, un vecchio vide in cielo un ibis, e gridò ad alta voce:
“Sono arrivati gli ibis! E’ ormai primavera!”
Tutti
corsero fuori dalle capanne a festeggiare, con grida di giubilo e risa. Ma
l’ibis è un uccello sensibile e non apprezzava di essere accolto col chiasso:
quando udì lo schiamazzo, si offese, se ne andò e ritardò l’avvento della
primavera.
Il
rinnovarsi dell’inverno fu tremendo: la neve era alta quanto mai lo era stata,
i fiumi ghiacciavano, e la gente moriva di fame. Poi la collera dell’ibis
sbollì e il sole tornò, tanto forte che le cime delle montagne ne furono
bruciate e non vi crebbe più nulla. La gente poté tornare a cacciare e pian
piano la vita tornò alla normalità.
Ma
da allora gli Yamana hanno sempre trattato con ancora più rispetto l’ibis:
quando lo vedono in cielo, sanno per certo che la primavera è alle porte, ma se
ne stanno zitti e tranquilli, e nessuno crede davvero che l’inverno sia finito
finché l’ibis non è scomparso.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Ora
dirò con quali strumenti si coltivano i campi. Alcuni dividono questi in due
categorie: uomini e attrezzi per gli uomini, senza i quali non possono
coltivare: altri li dividono in tre parti, il tipo di attrezzo dotato di voce,
quello dotato solo a metà e quello muto: vocale, in cui rientrano i servi;
semivocale, in cui rientrano i buoi; muto in cui rientrano i carri. Tutti i
campi sono coltivati da servi o da liberi o da entrambi: da uomini liberi,
quando sono gli stessi padroni a lavorare i campi, come la maggior parte dei
contadini molto poveri coi loro figli, o per mezzo di braccianti salariati,
quando si prendono a giornata uomini liberi per svolgere i lavori più faticosi,
come la vendemmia e la falciatura del fieno, e coloro che i nostri chiamarono
indebitati e che ancor oggi si trovano numerosi in Asia, in Egitto e in
Illiria. Di questi in generale dico che è più vantaggioso far coltivare i
luoghi malsani da braccianti salariati piuttosto che da schiavi e anche nei
luoghi salubri (far eseguire loro) i lavori agricoli più pesanti, come nel conservare
i frutti della vendemmia e della mietitura.
(Varrone, De re rustica, I, 17, 1-3)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
A.Cattabiani,
Planetario – Simboli, miti e misteri di astri, pianeti e costellazioni,
Mondadori 1998
Il
sottotitolo spiega da solo l’utilità di questo Oscar Mondadori per il mitofan; costellazioni
(Boreali e Australi) e pianeti ad essi collegati vengono descritte con dovizia
di particolari e curiosità. Per chi, in una chiara notte d’estate, vuol sfoggiare
una mitica conoscenza degli astri.
IL
REGALO DEL GIORNO
Plectrum (Il plettro)
Perché
non ti cresca un foruncolo sul pollice tanto sfregato
Un
bianco plettro d’avorio orni la docile lira.
(Marziale, Apophoreta, CLXVII)
LA
RICETTA DEL GIORNO
Sul Soma
Del
soma tipico si deve ricordare
soprattutto che è una pianta, la pianta per eccellenza, che cresce allo stato
selvaggio in regioni di montagna «al nord», da dove la si fa arrivare con
grande fatica; che la parte del soma che
è usata nel rito è formata dagli steli i quali, quando vengono schiacciati,
lasciano colare un succo brunastro; questo succo filtrato ha anch’esso il nome
di soma; negli uomini (e negli dei)
che lo sorbiscono provoca una sorta di esaltazione euforica che i testi si
prendono cura di distinguere dall’ordinaria ubriachezza e che ricorda, per
certi aspetti, gli effetti delle sostanze allucinogene (così l’inno rgvedico X
119)
(C.Malamoud
s.v. Soma. Nella mitologia vedica, in
Y.Bonnefoy, a cura di, Dizionario delle mitllogie e delle religioni, BUR)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Regine
delle arti sono la pratica e l’esperienza, e non esiste cosa che non si impari
sbagliando.
(Columella, De re rustica)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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