ANTE DIEM SEPTIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
COMITIALIS
(in questo giorno si possono convocare i Comizi).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
55
a.C. – inizia l’invasione della Britannia da parte delle Legioni del Divo
Giulio Cesare
I
MORTI DEL GIORNO
887
d.C. – muore Koko Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del
Giappone.
IL
NUMEN DEL GIORNO: Zefiro
Dio
del vento di Ponente, figlio di Eos e di Astreo, sottoposto ad Eolo, messaggero
della primavera, noto tra i romani come Favonio. E’ raffigurato come un giovane
alato che tiene in mano un mazzo di fiori.
Di
lui si ricordano gli amori, fortunati, sfortunati o mostruosi: tra questi
ultimi dobbiamo citare quello con l’arpia Celeno in sembianze di giumenta,
unione dalla quale nacquero Balio e Xanto, i cavalli di Achille. Si innamorò diGiacinto ma questi gli preferì Apollo, e Zefiro geloso si vendicò, causando
la morte del giovane. Amò anche la ninfa Clori, dea dei fiori (Ovidio, nei
Fasti, la identifica con la dea romana Flora), e loro figlio fu Carpo, il “frutto”.
A questo proposito si dice che la grande dea Era\Iuno generò Ares\Marte
toccando un fiore particolare colto da Clori; ma si dice anche che generò Ebe
dopo aver toccato una lattuga ed Efesto per partenogenesi: l’assurda conseguenza
di ciò sarebbe che il matrimonio tra Zeus e Era risulterebbe sterile.
IL
DETTO
Vae victis! (Guai ai vinti).
Narra Tito Livio (Ab Urbe Condita, V, 48) che
all’epoca in cui i Galli occuparono Roma, i padri asserragliati nel Campidoglio
avevano respinto gli assalti dei barbari grazie all’intervento delle oche sacre
di Iuno Moneta. Ma, sfiancati dall’assedio, accettarono di patteggiare
un tributo ai Galli perché se ne andassero. Al momento di pesare l’oro del
riscatto nel Foro, però, i Galli usarono delle bilance false: alle rimostranze
dei Romani, Brenno, capo dei Galli, gettò sul piatto dei pesi la sua pesante
spada dicendo le parole “Guai ai vinti! (Protestare, perché poi è peggio)”.
Proprio in quel momento fece irruzione nel Foro l’esercito romano raccolto da
Furio Camillo, che gettò la sua spada sul piatto dei romani e gridò: “Non
auro, sed ferro, recuperanda est Patria”, ossia: "Non con l'oro, ma
con il ferro, si riscatta la Patria!”. A quel punto iniziò la battaglia che
cacciò i Galli dall’Urbe.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Cerere per prima insegnò ai mortali come rivoltare
la terra col vomere, allorché già mancavano le ghiande e gli albatrelli della
selva sacra e Dodòna negava il cibo. In seguito si aggiunse anche la fatica per
il frumento, quando la ruggine maligna corrose gli steli e nei campi si levò lo
sterile cardo spinoso: le messi si estinguono, subentra una selva pungente con
triboli e con lappole, e dentro le colture (troppo) lussureggianti dominano il
misero loglio e le sterili avene. Giacché se tu non perseguiti le erbacce con
l’assiduo sarchiello, e non spaventi gli uccelli col rumore, e non diradi
l’ombra per l’agro (troppo) scuro, e non invochi la pioggia con preghiere,
ahimé! invano guarderai la grande bica altrui, e dovrai estinguere la fame
bacchiando le querce dentro le selve.
(Virgilio, Georgiche, I, 147-159)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
C.
Lanzani, Religione delfica, Fratelli Melita Editori 1988
La
storia dell’oracolo di Apollo (ma anche della Dea Terra prima, e di Dioniso poi)
attraverso i secoli: l’universalità dell’oracolo, i suoi rapporti con la Grecia
Classica (specie con Sparta) e con Roma fino alla sua chiusura, quando “tace la
fonte e l’onda mormorante è ormai disseccata”
IL
REGALO DEL GIORNO
Far (Il farro)
Riempi i tuoi orci plebei della farrata (puls) di Chiusi,affinché, resili vuoti, tu beva i vini più dolci.
(Marziale, Xenia, VIII)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Porros maturos fiere (Per rendere teneri
i Porri)
Mescola
un pugno di sale con acqua e olio e falli cuocere lì. Mettili con olio, Salsa,
vino puro.
(De Re Coquinaria,
III, X)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Al tempo opportuno conduciti in casa la moglie;né dai trent'anni tu sia molto lontanoné li abbia passati da molto; delle nozze è questo il tempo opportuno;la donna quattr’anni pubere resti, al quinto si sposi;ma sposala vergine perché tu possa insegnarle buoni costumi.E piuttosto sposa quella che abita a te vicino,ma tutto ben considerando, che dei vicini il ludibrio non sposi.
(Esiodo, Opere e Giorni)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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