ANTE DIEM DECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
NEFASTUS PRIORE (giorno nefasto nella prima parte, fasto nella
seconda).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
VOLCANALIA
– Festa in onore di Vulcano, Vulcanus,
dio del fuoco, figlio di Iuppiter e
di Iuno, marito di Venus, fabbricante di armi e fulmini.
Si
commemora Hora Quirini, sposa in terra di Romolo (col nome di Ersilia) e sua
consorte anche nel cielo.
Si
ricorda anche la dea Maia supra Comitium.
410
d.C. – Sacco di Roma da parte dei Visigoti di Alarico. Agostino di Hippo Regius
lo vede come un segno della prossima fine del mondo e la punizione che il Dio
dei cristiani infliggeva alla capitale del paganesimo; ma, come dimenticare che
tale rovina accadde solo due anni dopo che il damnatus Stilicone aveva fatto distruggere i Libri Sibillini? Giustamente
Roma, che aveva perso la protezione degli dei pagani, fu umiliata, nonostante
ci fosse la possibilità di salvarla facendo i sacri riti e sacrifici publice con l’ausilio di sacerdoti
giunti dalla Tuscia, come ricorda il devoto Zosimo.
I
MORTI DEL GIORNO
93
d.C. – muore Giulio Agricola, generale romano. Suo genero Cornelio Tacito ne
lascia un ricordo nell’opera intitolata, appunto, Agricola.
1176
d.C. – muore Rokujo Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del
Giappone.
IL
NUMEN DEL GIORNO: LE VERGINI
DEL SOLE
Tra
gli Incas particolare prestigio avevano le Aqllasqa (o Accla) o Mamacona, le
Vergini consacrate al dio Inti, che risiedevano a Cuzco.
Le
donne erano scelte in diversi modi: di “diritto” nel facevano parte le figlie
dell’Inca (le cosiddette “mogli del sole” o Yuraq-Aclla),
educate e destinate a servire il dio del Sole poiché la loro discendenza da lui
le rendeva pure per i riti, restavano tutta la vita in convento e in perpetua
verginità; alcune (chiamate “mogli dell’Inca” o Huayru-Accla) erano scelte dall’Inca tra le famiglie nobili che
venivano così onorate; altre ancora erano scelte come tributo annuale (o
punizione per insubordinazione) nelle province da un funzionario chiamato Apupanaca, e destinate a servire nei
templi, se venivano da famiglie comuni erano chiamate Yana-Accla.
Le
bambine entravano nel tempio a 8\9 anni, e venivano educate fino ai 13\15 anni
nei servizi religiosi e istruite alla coltivazione, cura e preparazione di cibi
e bevande a uso religioso e cerimoniale, come la chicha (bevanda fermentata a base di granoturco usata come liquore
e come offerta alla divinità).
Le
cosiddette Pacu-Accla erano di nobili
origini, ma dopo l’educazione lasciavano il convento e si sposavano con i
nobili e i funzionari.
Le
Accla dovevano restare vergini, specie quelle della famiglia dell’Inca: se una
fosse stata sorpresa con un uomo, sarebbe stata lasciata morire di fame, perché
era comunque inviolabile e nessun essere umano poteva ucciderla. Se tuttavia
una ragazza restava incinta senza che si potesse verificare che aveva perso la
verginità, allora si riteneva che la gravidanza era frutto della volontà del
dio Sole: il figlio nato sarebbe stato considerato un figlio prediletto di
Inti, e onorato come tale.
I
templi in cui risiedevano si chiamavano Acclahuasi
(“casa delle prescelte”), sparsi in tutto l’impero accanto ai templi del sole.
IL
DETTO
Rari nantes
L’espressione
è tratta dall’Eneide di Virgilio (I, 118): la forma completa del verso è “Rari nantes in gurgite vasto \ rari nuotatori
(sparsi) nel vasto gorgo”.
Si
narra nel primo Libro dell’Eneide che Giunone, vedendo la flotta Troiana
navigare al largo della Sicilia, ordinò ad Eolo di scatenare una tempesta che
la disperdesse. Tale tempesta fu fermata poi dall’intervento di Nettuno, dopo
che la flotta subì numerosi danni e alcuni troiani nuotavano accanto ai
relitti.
Oggi
proverbialmente si usa per indicare i pochi che riescono a cavarsela dopo un
periodo di difficoltà o, usando l’altro significato di “rari” ovvero “scelti”
come nome per società sportive di nuoto e pallanuoto.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Finora infatti scuole di oratori e, come ho detto, di geometri e di musici o, cosa di cui c'è da meravigliarsi di più, laboratori dei più spregevoli vizi, del condire cibi in modo più ghiotto e di predisporre i piatti in modo più raffinato, e acconciatori di teste e di capelli non solo ho sentito che ci sono, ma anche ne ho visti io stesso, (invece) di pratica dell'agricoltura non ho conosciuto né persone che si dichiarassero insegnanti né scolari, mentre anche se la società fosse priva di professionisti delle suddette arti, tuttavia, come presso gli uomini di un tempo, la vita pubblica potrebbe essere florida. Infatti senza le arti ludiche e anche senza i causidici un tempo le città furono abbastanza felici e sono destinate ad esserlo; ma senza coltivatori della campagna è ovvio che i mortali non possono né sopravvivere né nutrirsi. Motivo per cui è più simile a un prodigio ciò che accade, (e cioè) che una disciplina particolarmente conveniente ai nostri corpi e all'utilità della vita fino a questo periodo non abbia avuto affatto progresso e fosse disprezzato quel modo di ampliare e di mantenere il patrimonio che è esente da ogni colpa. Infatti le altre attività sono lontane dalla giustizia essendone estranee e quasi in contrasto. A meno che non riteniamo più giusto conquistare bottino dall'arte militare, che nulla ci arreca senza sangue e sventure altrui.
(Columella, De Agri Cultura, I)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
G.Sissa-M.Detienne,
La vita quotidiana degli dei greci, Mondadori 1989
I
miti greci raccontati da un punto di vista diverso: quello della “quotidianità”
degli Olimpi. Cosa fanno, i loro piccoli
piaceri del cibo e del riposo, la gestione del potere, i rapporti con gli
uomini, la sessualità… storie note raccontate da una prospettiva nuova.
IL
REGALO DEL GIORNO
Alica (L’orzata)
Noi l’orzata, il vino dolce te lo potrà mandare uno ricco:se non te lo vorrà mandare il ricco, lo comprerai.
(Marziale, Xenia, VI)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Cucumeres rasos (Cocomeri sbucciati)
Con
salsa o salsa acida (ex oenogaro): li
sentirai più teneri senza rutti e flatulenza.
(De Re Coquinaria, III, VI)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Dove c’è malvagia stoltezza, c’è somma pazzia; chi è scellerato è pazzo; chi è incantato dagli specchietti della gloria, costui l’ha intronato Bellona, la dea che ama il sangue.
(Orazio, Satire, II, III, 220-223)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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