ANTE DIEM QUINTUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
COMITIALIS
(in questo giorno si possono tenere i Comizi).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
priore, serenus posteriore
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
29 a.C.
–DEDICA DELL’ALTARE E DELLA STATUA DELLA VITTORIA nella Curia del Senato a
opera di Ottaviano, per celebrare la vittoria di Azio del 31 a.C. su Cleopatra;
la statua dorata della dea alata, con la testa cinta di una corona d’alloro, era
stata sottratta ai Tarantini dopo la vittoria su Pirro del 272 a.C. Statua e
altare furono rimosse dall’Augusto Costanzo II nel 357 d.C. e ricollocate dopo
(forse da Giuliano) e rimosse definitivamente nel 382 su ordine dell’Augusto
Graziano, nonostante i tentativi del praefectus
urbi Simmaco. Ripristinata nel 392 sotto l’usurpatore Eugenio, fu poi
rimossa definitivamente dopo la vittoria di Teodosio, cattolico fervente, sul
Frigido. Statua e altare non poterono così proteggere l’imperium dalle invasioni germaniche. L’altare fu distrutto attorno
al 402.
475 d.C. –
in questo giorno il patricius Flavio
Oreste costringe alla fuga l'Augusto Giulio Nepote, e nomina al suo posto il
figlio Romolo Augustolo, considerato l’ultimo imperatore d’Occidente. Un anno dopo
Romolo sarà deposto da Odoacre, segnando la fine “ufficiosa” dell’Impero: non
si può escludere che il prevalere dei barbari sia dovuto alla fine del
paganesimo e alla rimozione dell’Altare della Vittoria dalla Curia del Senato.
I
NATI E I MORTI DEL GIORNO
1025
d.C. – nasce Go-Reizei Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del
Giappone.
683
d.C. – a ottant’anni muore a Palenque Pakal K'inich Janaab', conosciuto anche
come Pacal il Grande, il più celebre re maya di Palenque. Grazie a
fortunate campagne militari risolleva le sorti della sua città, in precedenza
addirittura conquistata dagli empi nemici di Calakmul che osarono violare i
templi e gettare le statue degli dei dall’alto delle piramidi. Grande
edificatore, fa realizzare il suo mausoleo, il cosiddetto “Tempio delle
Iscrizioni”: nella cripta sottostante fa collocare il suo sarcofago dalla
famosa lapide “dell’astronauta” e alla morte vi viene deposto con una splendida
maschera di giada verde.
IL
NUMEN DEL GIORNO: ERMES
Figlio
di Zeus e Maia, nasce in una grotta dell’arcadico Monte Cillene, là dove
avvenivano gli incontri amorosi tra i genitori. L’omerico Inno a Ermes ci racconta i suoi primi giorni: appena partorito, il
dio fu fasciato e poggiato nella culla dalla madre. Ma non appena lei si
distrasse, lui scivolò fuori da fasce e giaciglio e se ne andò in giro.
Dapprima
incontrò una tartaruga. La uccise, vuotò il guscio, fissò due giunchi, mise un
ponticello, e tese sette corde di viscere di pecora; iniziò a farle vibrare
traendone armonie: insomma, era nata la prima lira.
Poi
andò verso nord, dove Apollo pascolava delle mandrie sacre. Il piccolo dio
approfittò dell’assenza del fratellastro per rubarle e, per non farsi scoprire,
trascinò con sé le bestie tirandole per la coda, di modo che chi avesse cercato
le tracce, avrebbe pensato che provenivano dalla direzione in cui, in realtà,
stavano andando.
Ma
era difficile ingannare Apollo, dio degli Oracoli: questi alla fine arrivò alla
grotta del Cillene e cercò il colpevole. Maia si indignò che si accusasse suo
figlio neonato, ma Zeus intervenne rivelando tutto l’accaduto. Mentre gli
adulti ancora discutevano, Ermes si mise a suonare la lira; colpito dal suono
dello strumento, Apollo propose di scambiarlo con le mandrie rubate: il giovane
dio accettò e così si riconciliò col fratello.
IL
DETTO
Parcere
subiectis et debellare superbos (Risparmiare quanti si sottomettono e
sconfiggere i superbi)
Il sesto libro dell’Eneide di Virgilio racconta
come Enea, con la guida della Sibilla, scese nell’Oltretomba per incontrare il
padre Anchise. Questi gli fece diverse profezie sul popolo che sarebbe nato
dalla sua gente e, nei versi 851-853, diede la linea “morale” e politica che
avrebbe dovuto guidare i romani e li avrebbe resi superiori a tutti gli altri
popoli: “Tu regere imperio populos Romane memento: haec tibi erunt artes,
pacisque imponere morem, parcere subiectis et debellare superbos” (“Ricordati
Romano di imporre la tua autorità ai popoli, questo sarà il tuo ruolo, imporre
usanza di pace, risparmiare quanti si sottomettono e stroncare chi s’oppone.”).
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Prega Zeus sotterraneo e la pura Demetrache quando è maturo rendano pesante di Demetra il sacro frumento,non appena incominci ad arare, quando l'estremità del manubriotu impugni e il pungolo spingi nelle terga dei buoiche tirano la caviglia del giogo. Dietro, un piccoloschiavo, tenendo la zappa, procuri pena agli uccellioccultando il seme; buon ordine è la cosa miglioreper gli uomini, il disordine è la peggiore.Così, piene, le spighe a terra si piegherannose, dopo, un buon compimento Zeus olimpio al tuo lavoro vuol dare;dagli orci potrai levare le tele del ragno, e io ho fiduciache godrai del vitto raccolto dentro la casa;e potrai nell'abbondanza arrivare alla chiara primavera; né gli altridovrai invidiare, ma di te piuttosto sarà un altro ad avere bisogno.Ma se attenderai il volger del sole per arare la terra divina,accasciato tu mieterai quel poco che la mano riesce a tenere,lo legherai tra la polvere, non molto felice,lo porterai in un paniere e pochi staranno a guardarti.
(Esiodo, Opere e Giorni)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
V.
Sarkhosh Curtis, Miti Persiani, Mondadori, 1994
Da
Ahura Mazda a Zaoroastro, dagli dei dell’Avesta alle creature mitiche, ecco
un’agile carrellata sui miti iranici. Conoscerete il favoloso uccello Simurgh e
Gayomart, l’Adamo iranico, la duplice interpretazione di Alessandro Magno,
detto “bicorne” e gli influssi del mito sulle Mille e una Notte.
IL
REGALO DEL GIORNO
Passum (Il passito)
Una vendemmia Cnossia della Creta Minoica generòQuesto per te, poiché il vino al miele è solito per i poveri.
(Marziale, Xenia, CVI)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Asparagos
(Asparagi)
Seccherai gli asparagi, poi li metterai in acqua calda: li renderai con la scorza più dura.
(De Re
Coquinaria, III, III)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
E dentro la casa non mostrar le vergogne di seme sporcate,al focolare vicino: evita questo.Quando ritorni da funesto sepolcronon seminare la tua discendenza, ma imbandisci un festino agli dèi.
(Esiodo, Opere e Giorni)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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