ANTE DIEM DUODECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
NEFASTUS PRIORE (giorno nefasto solo fino a mezzogiorno, poi fasto).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
Festa
in onore del dio Conso, Consus,
protettore del raccolto, e anniversario del tempio sotterraneo dedicato al dio.
Il tempio veniva portato alla luce solo in questo giorno. Durante questa festa
avvenne il ratto delle Sabine.
I
MORTI DEL GIORNO
408
d.C. – Stilicone viene ucciso per ordine dell’Imperatore Onorio. Non si può
escludere che la rovina del patricius
di origine vandala sia conseguenza dell’ira
deorum, in quanto il generale, cristiano ariano, nel 406 d.C. ordinò la
distruzione dei Libri Sibillini, le cui profezie erano state usate contro di
lui: forse quei libri infallibili avevano annunciato la sua caduta, e lo stolto
pensò di contrastare il destino distruggendoli. Questi Libri erano tuttavia
delle copie ricostruite, in quanto i tre originali venduti dalla Sibilla a
Tarquinio il Superbo andarono persi in un incendio dell’83 a.C., durante le
guerre tra Silla e i partigiani di Mario.
1155
d.C. – muore Konoe Tenno, discendente di Amaterasu e imperatore del Giappone.
IL
NUMEN DEL GIORNO: IOLAO
Figlio
di Ificle, fratello mortale di Eracle, accompagnò spesso l’eroico zio nelle sue
imprese (importante fu il suo intervento nella Fatica contro l’Idra di Lerna),
facendogli da cocchiere e, secondo alcuni, da amante; a questo proposito si
dice che fu eromenos anche di Ione e
Asclepio, tanto da meritarsi l’appellativo di “ladro dei talami intonsi”.
Secondo
Diodoro Siculo, Eracle inviò Iolao in Sardegna assieme ad alcuni dei Tespiadi,
i figli che l’eroe aveva avuto dalle cinquanta figlie di re Tespio. Iolao guidò
i cugini e gli altri colonizzatori, tanto che il popolo nel suo insieme prese
il nome di Iolaei. Alla sua morte fu sepolto in Sardegna (secondo altri a Tebe).
Alcuni
dicono che era ancora vivo quando avvenne l’apoteosi di Eracle, e sarebbe stato
lui ad accendere la pira funebre dell’eroe. Secondo altri era assai vecchio, e
quando Euristeo attaccò i figli di Eracle, egli ottenne per un giorno di
tornare giovane e in forze: sconfisse il persecutore di Eracle e gli mozzò la
testa, seppellendola a Tricorito, mentre il tronco fu inviato a Gargetto per i
funerali.
Bres per la Marvel Comics |
IL
DETTO
Senza cibo presto servito
Senza latte di mucca per allevare un
vitello,
senza dimora atta all’uomo nella notte
oscura,
senza mezzi per ospitare una compagnia
di bardi:
questa sia la condizione di Bres.
Narrano
i miti sulla colonizzazione dell’Irlanda che quando i Tuatha dè Danaan si
insediarono, Nuadu sarebbe dovuto essere il loro re: ma poiché aveva perso una
mano in combattimento, non poté ottenere quel ruolo. Fu re quindi Bres,
giovane, bellissimo ma non in grado di guidare i suoi contro i Fomori che
ancora opprimevano il paese. Inoltre lui stesso era avido, imponeva tasse e non
era generoso e ospitale verso i bardi, ciò che è sempre stata considerato il
peggior difetto di un principe.
Si
narra che un giorno giunse alla sua corte il poeta Corpry, che fu alloggiato in
una stanza piccola, buia, senza focolare né mobili; solo con molta lentezza gli
furono offerte tre focacce secche e non gli fu data birra. Al che, il bardo si
vendicò, componendo le strofe satiriche che abbiamo riportato sopra. In Irlanda
si riteneva che le canzoni dei bardi avessero potere: il popolo iniziò a
ripeterla ridendo, e alla fine Bres fu costretto a rinunciare alla sovranità.
Il medico Dianchet costruì una mano d’argento per Nuadu, e questi recuperò il
regno.
Ma
Bres, irritato, scoprì che era figlio di uno dei Fomori: andò dal popolo di suo
padre e la guerra tra questo e i Tuatha ricominciò.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Spesso
sento personaggi importanti della nostra società incolpare ora la sterilità dei
campi, ora l'avversità del clima dannosa ai raccolti già da molto tempo, alcuni
anche mitigare le suddette lamentele quasi con un ragionamento preciso, nel
senso che ritengono che il suolo, stanco e reso sterile per l'eccessiva
produttività del tempo passato, non possa offrire gli alimenti ai mortali con
la precedente generosità. Questi motivi, Publio Silvino, io ho la certezza che
sono lontano dalla verità, poiché né è giusto pensare che la natura, che quel
primo genitore dell'universo fornì di perpetua fecondità, sia stata colpita da
sterilità come da una specie di malattia; né è da persona assennata credere che
la terra, la quale, avendo avuto in sorte divina ed eterna giovinezza, è stata
definita comune genitrice di tutti, sia invecchiata come una persona umana. Né,
oltre a queste considerazioni, ritengo che queste situazioni ci capitino per
intemperanza del clima, ma piuttosto per difetto nostro, (di noi) che abbiamo
affidato l'agricoltura, come ad un carnefice, a tutti i peggiori tra gli
schiavi destinandola ad una cattiva gestione, (agricoltura) che tutti i
migliori dei nostri antenati anche trattarono nel modo migliore.
(Columella, De Agri Cultura, I)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
D.
Spada, Gnomi, fate, folletti e altri esseri fatati in Italia, SugarCo 1989
Dalle
Abitatrici dei Campi alle Zuerghie, in settecento voci un completo elenco,
regione per regione delle creature del Piccolo Popolo del Bel Paese. Scoprite
cosa fare se un Mamucca vi nasconde una pentola, o in quale modo la Biscia
Lattona riesce a nutrirsi! E attenti a Su Puzzinosu!
IL
REGALO DEL GIORNO
Da Marziale
Trochus (La trottola sonora)
Mettici dentro la ruota; ecco un utile dono:trottola per i bambini e per me musica.
(Marziale, Apophoreta, CLXVIII)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Patina
ex lagitis et cerebellis (Piatto di sgombri e cervella)
Friggi
delle uova sode, scotta e snerva delle cervella, cuoci dei ventrigli di pollo.
Trita tutto eccetto il pesce e gettali in una padella, mettendo nel mezzo del
salame cotto. Trita del pesce, del ligustico, cospargi di passito per render
dolce. Versa della peperata nella padella; fai bollire. Quando bollirà, mescola
con un ramo di ruta e lega con amido.
(De Re Coquinaria, IV, II)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Chi
ha provato una volta quanto meglio \ sia del nuovo l’antico, torni indietro \ e
riprenda il cammino abbandonato. Non sia il passo più lungo della gamba.
(Orazio, Epistole, I, VII)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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