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mercoledì 13 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – ID. AVG. (13 agosto)





IDIBUS SEXTILIS (AUGUSTIS)


DIES NEFASTUS PRIORE (fino al mezzogiorno è illecito trattare affari).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus priore, serenus posteriore

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
Anniversario del tempio dedicato al dio Ercole Vittorioso, Hercules Victor.

Anniversario del tempio dedicato alla dea Diana.

Nemoralia (festività delle torce) in onore di Diana Nemorensis.

Anniversario del tempio dedicato alla dea Flora.

Anniversario del tempio dedicato nel Foro agli dei Castore e Polluce, Castor et Pollux, nei pressi del luogo in cui i Dioscuri, dopo aver partecipato alla battaglia del Lago Regillo (496 a.C.) al fianco dei Romani contro i Latini, annunciarono la vittoria ai Romani.

Vertumnalia: festa in onore del dio Vertumno, Vertumnus, protettore della natura che si trasforma e del mutare delle stagioni.

I NATI E I MORTI DEL GIORNO
Non v’è memoria di nati (o defunti) in questo specifico giorno negli Annales dei Pontefici.

IL NUMEN DEL GIORNO: Ippolito della Casa di Egeo
Figlio di Teseo e dell’Amazzone Antiope (ma secondo altri la madre era Ippolita o Melanippa) il giovane amava la caccia al punto da disprezzare la venerazione di Afrodite. La dea si vendicò suscitando in Fedra, nuova moglie di Teseo, la passione incestuosa per il figliastro.
Il giovane rifiutò la matrigna, e Fedra si suicidò. Tuttavia la donna, per vendicarsi lasciò una lettera al marito: in essa diceva che l’estremo gesto era stato fatto per la vergogna di essere stata violentata da Ippolito. Il padre accusò il figlio, ma questi non si poteva difendere visto che si era vincolato con un giuramento a non menzionare l'amore di Fedra per lui.
Così Teseo maledisse il figlio: mentre il giovane andava in esilio, Poseidone, padre divino di Teseo, fece uscire dal mare un toro che mandò nel panico i cavalli della biga e distrusse il veicolo. Ippolito rimase avvinghiato nelle redini e morì trascinato dai cavalli. Prima di morire, però il giovane perdonò il padre ed Artemide rivelò la verità a Teseo, giurando di uccidere uno degli amanti di Afrodite (ovvero Adone) per vendetta.


Secondo Virgilio, Ippolito, su richiesta di Artemide, viene riportato in vita da Asclepio, dio della medicina. Dopo la resurrezione, Ippolito fu trasportato da Diana sui Monti Albani, ricevendo il nuovo nome di Virbio (ovvero "nato due volte"). Lì il giovane istituì il culto della dea, sposò Aricia e regnò sui colli, iniziando la tradizione del Rex Nemorensis.

IL DETTO
Giardini di Adone \ Bello come un Adone
L’illustre sir James Frazer, nel suo fondamentale Il ramo d’oro, pone molta attenzione sui riti delle Adonie, le feste in onore di Adone, che si tenevano in primavera (a Biblo e Atene) oppure in estate (quelle di Antiochia ed Alessandria).
Nel primo caso, i riti ricordavano e rappresentavano il dolore per la scomparsa di Adone e subito dopo la gioia per il suo ritorno; nel secondo, i vari aspetti della vita vissuta in compagnia di Afrodite e bruscamente troncata dalla morte. Per Frazer questo culto era l’erede di quello del mesopotamico Tammuz (Adon semitico significa “signore”, così come il dio degli ebrei è chiamato anche “Adonai”).
Nel XV Idillio di Teocrito è descritta la festa alessandrina: si portavano in processione le immagini di Adone ed Afrodite, accompagnati da simboli della natura fiorente d’estate e dai cosiddetti Giardini di Adone: le giovani donne sue devote portavano al tempio piccoli giardinetti in vaso a lui dedicati. Coltivati amorosamente per tutta la durata della cattiva stagione erano poi sacrificati al dio rinascente al suo riapparire.
In successiva epoca cristiana veduti come emblemi di vanitas pagana o anche di sterilità, in quanto duravano poco ed erano gettati via presto... fino ad esser stigmatizzati qual simboli dell’onanismo e dell’omosessualità.

Adone e Venere secondo Canova
Adone simboleggia la giovanile bellezza maschile ma anche la morte ed il rinnovamento della natura.
Nel mito greco era un fanciullo bellissimo, nato dal rapporto incestuoso fra Cinira, re di Cipro (ubriacato per l'occasione), e sua figlia Mirra (o Zmyrna); tale incesto fu dovuto all’ira degli dei: si dice che Cancreide, moglie di Cinira, osò sostenere che sua figlia fosse più bella di Afrodite, oppure Mirra stessa s'astenne dall'officiare sacrifici alla dea.
Afrodite, adirata, fece infiammare Mirra d'amore per suo padre; con l’aiuto della sua nutrice Ippolita la ragazza organizzò la seduzione. Durante la festa di Demetra le mogli si astenevano dall'andare a letto con i propri mariti; Cinira, ubriaco, giacque con Mirra per nove notti, senza che l'uomo scoprisse l'identità della figlia, ma una notte Cinira s'incuriosì e accostò una lampada al viso di Mirra; riconosciuta in lei la propria figlia, ammutolì per l'orrore e sguainò la spada per ucciderla. Mirra fuggì disperata in aperta campagna e, con il favore della notte, depistò il padre, supplicando poi gli dei di renderla invisibile risparmiandola sia alla vita sia alla morte. Afrodite, mossa a compassione, s'affrettò a tramutarla in un albero di mirra, che l'uomo troncò in due con un netto fendente.
Trascorsero nove mesi, e Mirra fu colta dalle doglie. Il suo tronco s'incurvò ma la metamorfosi privò la fanciulla d'una voce potente con cui potesse emettere gemiti. Lucina s'impietosì, s'avvicinò all'albero e posò le mani sulla corteccia per pronunciare la formula del parto. Subito s'aprì un piccolo varco, da cui affiorò il piccolo Adone. Le Naiadi lo raccolsero e lo unsero con le lacrime di sua madre.
Allevato dalle Naiadi, il bellissimo fanciullo suscitò l’amore di Afrodite e di Persefone. Per risolvere la contesa si appellò al verdetto di Zeus. Ma questi, che ben sapeva come Afrodite in un modo o nell'altro si sarebbe unita con il bel fanciullo, rifiutò di risolvere una questione così sgradevole e l'assegnò ad un tribunale meno prestigioso, presieduto dalla Musa Calliope. La dea stabilì che Afrodite e Persefone meritavano pari autorità su Adone, e ordinò al ragazzo di passare un terzo dell'anno con Afrodite, un terzo con Persefone e un terzo con la persona di sua scelta.
Afrodite s'infuriò perché Adone non le era stato concesso solo per sé e sfogò il suo sdegno instillando nelle Menadi un disperato amore per Orfeo, figlio di Calliope. Il musico, ancora disperato per la morte dell’amata Euridice, respinse le fanciulle invasate ed esse, offese, lo dilaniarono.
Poi Afrodite indossò la sua cintura magica, che stimolava il desiderio sessuale verso chi la portasse, e attirò Adone fra le sue braccia, inducendolo a trascorrere con lei anche la porzione annuale destinata alla libertà e riducendo il periodo che spettava a Persefone. 


Secondo alcuni mitografi, durante una battuta di caccia, il giovane fu ucciso da un cinghiale inviato da Apollo con l'aiuto di Artemide, desiderosa di vendetta per l’uccisione di Ippolito (vedi sopra), o da Ares, geloso amante della dea Afrodite. Dal sangue del giovane morente crebbero gli anemoni e da quello della dea, ferita tra i rovi mentre era corsa a soccorrerlo, le rose rosse.
Zeus commosso per il dolore di Afrodite concesse ad Adone di vivere quattro mesi nel regno di Ade, quattro sulla Terra assieme alla sua amante e quattro dove preferiva lui.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI

Quando Orione e Sirio son giunti a mezzo
del cielo, e Arturo può esser visto da Aurora dalle dita di rosa,
o Perse, allora tutti i grappoli cogli e portali in casa.
Tienili al sole per dieci giorni e dieci notti;
per cinque conservali all'ombra, al sesto versa nei vasi
i doni di Dioniso giocondo.

(Esiodo, Opere e Giorni)


TRE RIGHE, UN LIBRO
T.G.H. James, Miti e leggende dell’antico Egitto, Mondadori (I colibrì), 1971
Raccontare storie nate per essere raccontate: ecco lo scopo di questo agile tascabile, arricchito dalle illustrazioni di B. Melling. Il curatore è un egittologo del British Museum, impegnato nella trascrizione di papiri: la correttezza filologica, assieme al piacere della lettura, è garantita.

IL REGALO DEL GIORNO
Pilleum (Il berretto)

T’avrei donato un mantello, potendo
Ora faccio un regalo alla tua testa.

(Marziale, Apophoreta, CXXXII)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Ius in dentice asso (Salsa per dentice arrosto)
Pepe, ligustico, coriandolo, menta, ruta secca, mele cotogne cotte, miele, vino, garum, olio. Scalderai, legherai con amido.
(De Re Coquinaria, X, III)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Mentre ti domandi irresoluto \ che cosa vuoi essere, \ tu potresti non essere già più.
(Marziale, Epigrammi, II, 64)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

venerdì 8 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. VI ID. AVG. (8 agosto)



 (Un tenebroso inno alla dea dei Trivi, Ecate!)
 
ANTE DIEM SEXTUM IDUS SEXTILES (AUGUSTAS)

DIES COMITIALIS (in questo giorno si possono tenere i Comizi)

OGGI IUPPITER SARA’…
SERENUS

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
484 d.C. – Le forze dell'usurpatore Leonzio e del suo sostenitore Illo vengono sconfitte ad Antiochia dalle truppe di Zenone e forzate ad abbandonare la città. Sconforto tra i pagani: l’incoronazione di Leonzio era stata a Tarso il 19 luglio precedente seguendo i consigli degli astrologi (ma un astrologo al servizio di Zenone elaborò un contro-oroscopo, affermando come gli astrologi di Leonzio avevano sbagliato non considerando alcuni elementi); benché sia Leonzio che Illo fossero pagani, quest’ultimo fu il sostenitore del pagano poeta, filosofo e indovino Pampreio, grazie al quale la rivolta ha il sostegno della comunità pagana di Alessandria. Dopo la sua conversione al cristianesimo, l’alessandrino Paralio scrisse ai suoi ex-confratelli pagani ricordando come avessero pregato e sacrificato per il successo della rivolta di Illo e Pamprepio contro Zenone e come avessero ricevuto molti oracoli indicanti la vittoria dei pagani, ma come alla fine il "potente" cristianesimo fosse prevalso. Dopo la definitiva vittoria di Zenone, i pagani di Alessandria pagarono il sostegno a Illo e Leonzio con una persecuzione.

1521 d.C. – Battaglia di Tenochtitlan. Cortès e i suoi alleati attaccano la piramide del Sole, attorno alla quale si concentra la resistenza degli Aztechi di Cuauhtémoc. Il Quinto Sole abbandona i suoi fedeli, e il novello Quetzalcoatl distrugge l’impero dei fuggiaschi da Aztlàn.

I MORTI DEL GIORNO
117 d.C. – a Selinus, in Cilicia, muore l’imperatore Ulpio Traiano, conquistatore della Dacia, della Mesopotamia, dell’Armenia, dell’Arabia. Il Senato decreta il lutto pubblico e l’apoteosi.


IL NUMEN DEL GIORNO: ECATE
Figlia di Perse e Asteria (o di Zeus e Ferea), Ecate è legata agli inferi: divinità psicopompa, dea della luna nuova, spesso è raffigurata con delle torce in mano e accompagnata dagli ululati dei cani (o dai cani stessi). La colomba e il cane gli sono sacri, e addirittura abbiamo notizie di inusuali sacrifici di cani alla dea.
Dea degli incantesimi e degli spettri (e, in epoca alessandrina, della stregoneria), Ecate è raffigurata in sembianza di cane o in triplice forma di donna (giovane, adulta/madre e vecchia); il numero Tre la rappresenta; le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti.
La natura di Ecate è bi-sessuata, in quanto possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.

IL DETTO
Letto di Procruste
Procruste (dal termine greco che significa "lo stiratore") è il soprannome del brigante Damaste. Questi, appostato lungo la via sacra tra Eleusi e Atene, aggrediva i viandanti e li straziava battendoli con un martello su di un'incudine a forma di letto scavata nella roccia o metallica.
I malcapitati venivano infatti stirati a forza se troppo corti, o amputati qualora sporgessero dal letto. Secondo autori più tardi, Damaste possedeva due letti, uno molto corto e uno molto lungo: egli tormentava e uccideva i viandanti stirando quelli di bassa statura sul letto lungo e amputando le membra di quelli di alta statura avanzanti dal letto corto.
Damaste fu sconfitto e ucciso da Teseo: l’eroe lo sottopose allo stesso supplizio che imponeva alle sue vittime.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI

O quando all’alba, fra nuvole dense, i raggi solari si frangeranno diversamente, o quando Aurora sorgerà pallida nel lasciare il letto giallochiazzato di Titone: ahimè, allora il pampino difenderà malamente le piacevoli uve, così tanta sarà la temuta grandine che rimbalza crepitante sui tetti.

(Virgilio, Georgiche, I, 445-449)


TRE RIGHE, UN LIBRO
F. Comte, I grandi miti, Vallardi (Schede), 1990
Agili schede introdurranno il lettore nei più importanti miti di tutti i tempi e di tutti i continenti. Non ci si aspetti un approfondimento: anche i testi di supporto servono a dare un aperitivo, un assaggio fresco e veloce per avere una prima idea anche di divinità meno note.

IL REGALO DEL GIORNO
Il vino di Taranto

L’Aulone, nobile per le sue lane
Felice delle sue viti, dia a te
Quei filati preziosi, i vini a me.

(Marziale, Xenia, CXXV)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Minutal Matianum (Pasticcio Maziano)
Metterai a cuocere in una terrina olio, garum, taglierai un porro, coriandolo e piccole polpette. Taglierai a pezzettini una spalla di maiale con la sua cotenna. Farai in modo che cuociano insieme. A mezza cottura aggiungerai mele Maziane pulite all’interno, tagliate a pezzettini. Durante la cottura triterai pepe, cumino, coriandolo verde o seme, menta, radice di silfio, cospargerai di aceto, miele, garum, un po’ di vino cotto, e il suo sugo, stempererai con un po’ di aceto. Porterai ad ebollizione.  Quando bollirà, friggerai la sfoglia e legherai con quella. Cospargerai di pepe e servirai
(De Re Coquinaria, IV, III)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Non libare mai all'aurora a Zeus il nero vino \ con mani non nette, e neppure agli altri immortali: \ non t'ascolteranno, e i tuoi voti respingeranno; \ non orinare dritto rivolgendoti al sole, \ ricorda, quando tramonta e al suo sorgere nuovo; \ non orinare mentre cammini, né lungo la strada né fuor della strada, \ e neppure nudo: dei beati sono le notti; \ se un uomo è pio e conosce saggi pensieri fa questo accosciato, \ oppure s'appressa al muro d'un atrio ben chiuso.
(Esiodo, Opere e Giorni)

NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.