ANTE DIEM SEXTUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
NEFASTUS PRIORE (giorno nefasto solo nella prima parte della
giornata, fasto dopo mezzogiorno).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
priore, serenus posteriore
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
VOLTURNALIA
– Festa in onore del dio Volturno, Vulturnus,
padre della ninfa Giuturna, Iuturna,
patrona della sorgente che alimentava il lacus
Iuturnae, nel Foro.
413
a.C. – gli strateghi atenieri Nicia e Demostere decidino di lasciare l’assedio
di Siracusa: la spedizione ateniese va verso il disastro.
I
MORTI DEL GIORNO
1394
d.C. – muore Chokei Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del
Giappone
IL
NUMEN DEL GIORNO: ATTIS
Attis
è un antico dio Frigio: è il paredro della Grande Madre di Pessinunte (Cibele),
il servitore eunuco che guida il carro della dea, e il suo culto seguì l’espansione
di quello della Dea, arrivando a Roma nel 204 a.C. per disposizione dei Libri
Sibillini; il suo culto è associato ad altri riti di fertilità come quelli in onore di Adone.
La
sua nascita è alquanto complessa: si narra che Zeus voleva accoppiarsi con la
Grande Madre sul Monte Agdos, ma lei lo respinse; parte dello sperma cadde su
una pietra, la ingravidò e ne nacque il demone bisessuale Agdistis.
Questi
era tanto forte, potente e oltraggioso che gli dei decisero di punirlo: Dioniso
gli portò in dono del vino e lo accompagnò a bere in cima a un grande albero di melograno
(o di mandorlo, a seconda delle versioni), finché Agdistis si addormentò
ubriaco in bilico su un ramo. Con una cordicella Dioniso gli legò i genitali al
ramo e, sceso in terra, scosse l'albero con tutta la sua forza. Nel brusco
risveglio il demone precipitò, strappandosi di netto i genitali: così Agdistis
morì dissanguato, mentre il suo sangue bagnava il melograno e lo faceva
rifiorire rigoglioso e carico di succosi frutti.
Da
quelle parti passava Nana, figlia del fiume Sangarios, colse un frutto dall’albero
e rimase incinta; nacque così Attis, che il nonno espose sulle montagne, ma fu
allevato dalle capre e poté sopravvivere (in frigio “capra” si dice “attagos”, da qui il nome del dio).
A
questo punto il mito si sviluppa secondo due varianti principali: secondo la
prima, Attis divenne il grande amore di Cibele, che suonava la lira per lui, e
lo teneva perennemente occupato negli amplessi. Ma, ingrato, Attis volle
abbandonare quelle gioie e fuggì per vagare sulla terra alla ricerca di
un'altra donna, ignorando che Cibele lo sorvegliava dall'alto sul suo carro
trainato da leoni. Accadde che Attis giacque con una mortale sotto le fronde di
un alto pino, convinto che esse potessero nasconderlo agli occhi della dea: ma
lei si rivelò, e vistosi scoperto, Attis fu assalito da un rimorso tormentoso e
implacabile, finché all'ombra del pino si evirò e morì.
Secondo
l’altra variante, il giovane Attis, cresciuto, si recò a Pessinunte per sposare
la figlia del re Mida (sì, quello dal tocco dorante). Ma Agdistis, che
evidentemente non era morto, era in agguato: innamorato del giovane, al
matrimonio fece impazzire tutti gli invitati e anche Attis, che in delirio si
tagliò i genitali sotto un pino; dal suo sangue nacquero le viole mammole.
Cibele, vendendolo così bello, ottenne che il suo corpo divenisse
incorruttibile.
Sia
quale sia la versione, la morte e resurrezione di Attis furono viste come
simbolo del ciclo vegetativo della primavera, e il culto progressivamente
acquistò una connotazione misterica e soteriologica.
In
suo onore, i sacerdoti del suo culto, detti Galli (o Galloi) si castravano; le
feste più importanti a Roma cadevano durante l’equinozio di Primavera, ed erano
dette Megalesia.
La strana nascita di Agdistis ricorda
quella di Erittonio da Efesto e dalla Madre Terra: è da appurare se i due miti
abbiano un’origine comune, o l’uno sia l’origine dell’altro.
La leggenda della castrazione di
Agdistis si ritrova pressoché uguale nelle sue linee anche in una variante non
biblica della storia di Noè: ne parleremo quando (e se) riprenderemo le
chiacchierate sul Diluvio interrotte QUI.
Secondo Esiodo anche Afrodite (così come
le Erinni, i Giganti e le Ninfe Melie) nacque dal sangue derivante da una
castrazione: quella di Urano.
La strana gravidanza di Nana ricorda in
un certo senso quella dell’interessantissima Storia dei Due Fratelli egizia,
che un giorno vi racconteremo.
Anche Zeus fu allevato dalla capra
Amaltea. L’equivalente frigio di Zeus era chiamato Sabazio (anche se in alcuni
tratti del suo mito ricordano piuttosto Zagreo\Dioniso)
L'"ago di Cibele", la pietra nera (forse di origine meteorica) portata da Pessinunte a Roma ha grande rilevanza nelle vicende del romanzo Anno 1000.
IL
DETTO
Heus! Etiam
mensas consumimus
(Accidenti! Stiamo mangiando anche le mense!)
L’Eneide riporta diverse profezie sul viaggio di
Enea e sul futuro di Roma che da lui nascerà. Una di queste fu una profezia\maledizione
lanciata dalle Arpie: i Troiani avrebbero finalmente trovato la terra a loro
assegnata dagli dei solo il giorno che, per sfamarsi, sarebbero stati costretti
a divorare anche le mense.
Nel
settimo libro del poema Virgilio narra che i Troiani approdarono infine alle
rive del Tevere. Qui, stanchi ed affamati, posero il poco cibo rimasto su
sottili focacce: dopo aver mangiato il cibo, si mangiarono anche le focacce; al
che Ascanio\Iulo esclamò: “Heus! Etiam mensas consumimus!” (Eneide VII, 116). Al che
Enea capì di essere finalmente arrivato al termine del suo lungo viaggio.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Ma col tredici del mese che inizia guardatidal porre mano alla semina; ottimo è invece piantare.Il sesto dal mezzo del mese è dannoso alle piante,ma è buono a far nascere maschi; è dannoso invece alle femmine,e per nascere e per il matrimonio.
(Esiodo, Opere e Giorni)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
O.
Muck, I segreti di Atlantide, SIAD, 1979
Uno
dei capisaldi della reinterpretazione evemeristica del mito di Atlantide, una
delle fondamenta dell’Atlantide storica, al centro dell’Oceano, distrutta dalla
cosiddetta Cometa della Carolina dodicimila anni fa. Un libro che, a differenza
di molti suoi epigoni, si fa leggere con piacere.
IL
REGALO DEL GIORNO
Acipensis (Lo storione)
Mandate lo storione alle mense del Palatino:doni rari ornino le mense ricche d’ambrosia.
(Marziale, Xenia, XCI)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Ut carnem salsam
dulcem facias (Per rendere dolce la carne salata)
Renderai
dolce la carne salata, se prima la cuocerai nel latte e dopo nell’acqua.
(De Re
Coquinaria, I, VIII)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Tutto vince il lavoro assiduo, e la necessità sprona nei momenti difficili.
(Virgilio, Georgiche, I, 145-146)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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