ANTE DIEM TERTIUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
COMITIALS
(in questo giorno si possono tenere i Comizi).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
SI
RICORDA IN QUESTO GIORNO
30
a. C. – Morte di Cleopatra per suicidio con aspide. Nunc est bibendum.
711
d.C. – K’inich K’an Joy Chitam, re di Palenque, scompare, forse catturato
dagli uomini di una città rivale
I
MORTI DEL GIORNO
1329
d.C. – muore Khutughtu Khan, Figlio del Cielo sul Trono del Drago (Imperatore
della Cina) della dinastia Yuan
1428
d.C. – muore Shoko Tenno, discendente di Amaterasu e imperatore del Giappone.
IL
NUMEN DEL GIORNO: ARGO
PANOPTES
Si
narra che quando Zeus amò la principessa argiva Io, la gelosa Era scese sulla
Terra per sorprendere il marito fedifrago; al che il dio trasformò la
principessa in una bellissima giovenca per nasconderla agli occhi della gelosa
moglie.
Sospettando
un intrigo, Era si fece regalare dal marito la bestia, e la affidò al gigante
Argo Panoptes (“che tutto vede”), figlio di Aristore, noto per aver liberato l’Arcadia
da un toro rabbioso e per aver ucciso Echidna, madre dei mostri; questi era il
perfetto guardiano: se secondo alcuni aveva un solo occhio, per altri nel aveva
quattro (due davanti e due dietro la nuca), secondo altri ancora cento (o
infiniti) occhi sparsi per tutto il corpo, e che dormisse chiudendo solo metà
dei suoi occhi.
Il
gigante legò l’animale a un ulivo e la sorvegliò. Zeus, che voleva liberare la
fanciulla, chiese aiuto a Ermes, dio degli inganni: questi si camuffò da
pastore, e si avvicinò al gigante suonando il suo strumento; Argo, affascinato
dal suono, lo invitò a raccontargli una storia, e il figlio di Maia gli narrò
degli amori di Pan e Siringa. La storia era lunga, la musica dolce e
rilassante, e finalmente Argo si assopì e chiuse per un istante tutti gli occhi.
Rapido, Ermes lo decapitò e sciolse Io dai suoi legami.
Era,
quando venne a sapere del fatto, volle ricordare il suo infelice servo e prese
tutti i suoi occhi dal corpo, ponendoli sulle piume del pavone, animale a lei
sacro.
IL
DETTO
Voi siete il mio Gayandi e Gayandi è la
mia voce
Era
il Tempo del Sogno e Baiame, il Padre di Tutti, voleva dare all’uomo la sua
voce, la sua immagine, ma anche uno strumento che gli uomini potessero usare e
con una morsa sufficiente a estrarre i denti anteriori dei giovani iniziandi
(sic!).
Dopo
vari tentativi falliti, che portarono alla creazione di un demone simile all’echidna
che vive nel bush per fare il male
dell’uomo o uno strumento di pietra troppo pesante per poter essere usato,
Baiame stava tagliando legna da ardere per il Cielo: dette un colpo tanto forte
da distruggere un albero di coolabah
(l’eucalipto dei Koala), e una scheggia volò in aria, facendo un ronzio che
cambiava a seconda della velocità. Il Dio capì che era proprio quello che stava
cercando: esaminò le schegge, ne lavorò alcune levigandole, vi praticò un foro
e vi infilò una robusta corda, e così fece per una seconda scheggia; poi le
appese al tronco dell’albero e tornò al campo a mangiare.
Durante
la notte si levò il vento. Le due mogli di Baiame lo svegliarono impaurite:
avevano sentito un rumore mai udito prima. Quando lui chiese a cosa
assomigliava, una di loro rispose che sembrava proprio la sua voce.
Baiame
rise, tornò all’albero e vide che i due bullroarer
(strumento a corda che viene fatto ruotare per produrre un rumore sordo nelle
cerimonie di iniziazione, ndc) ruotavano attorno al proprio asse di corda,
emettendo proprio il suono che il Dio cercava. Li staccò dal tronco e pronunciò
la frase: “Voi siete il mio Gayandi (lett.:
“lo spirito del cerchio sacro”, il bullroarer, ndc) e Gayandi è la mia voce” e poi lo consegnò agli uomini, perché
attraverso essi potessero sentire la sua voce e i suoi messaggi.
La
voce del bullroarer esprime la voce
del Dio, che è quella del Tempo del Sogno.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Il male che fa il toporagno è guarito dal suo stesso corpo: infatti l'animale stesso si uccide se lo si immerge nell'olio e, quando si decompone, si trita e si spalma questo medicamento sul morso del toporagno. Oppure, se non si trova il toporagno, e un gonfiore dimostra il danno fatto dai denti, si trita del cumino, ci si aggiunge un po' di pece liquida e di sugna, per dargli la pastosità dell'impiastro.
(Columella, De Re Rustica, VI, XVII, 5)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
G.
Englaro (a cura di), Il tempo del sogno – Miti australiani, Mondadori, 1991
C’era
un tempo in cui gli uomini e gli dei sognavano, poi questi sogni sono divenuti
il nostro mondo. Un’affascinante raccolta di racconti, tra Spiriti Creatori,
Antenati Totemici, Eroi, Animali parlanti, che ci racconta un universo
narrativo e mitico simile e diverso da tutti gli altri.
IL
REGALO DEL GIORNO
Boleti (I porcini)
E’ facile argento e oro e un mantello e una togaMandare; è difficile mandare i porcini.
(Marziale, Xenia, XLVIII)
LA
RICETTA DEL GIORNO (a cura di Valerio Marziale)
Ostrea (L’ostrica)
Ubriaca d’acqua vengo dal Lucrino, presso Baia:ora ho solo sete, lussuriosa, di garum.
(Marziale, Xenia, LXXII)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Halteres (I pesi)
Perché i forti muscoli si sprecano con un peso sciocco?La vigna zappata esercita meglio le forze.
(Marziale, Apophoreta, XLIX)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
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