lunedì 18 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A. D. XV KAL. SEPT. (18 agosto)




ANTE DIEM QUINTUM DECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES

DIES COMITIALIS (in questo giorno si possono tenere i Comizi).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus priore, serenus posteriore

I MORTI DEL GIORNO
353 d.C. – Decenzio, fratello di Magno Magnezio, da lui associato all’Impero, si suicida dopo la sconfitta del fratello alla battaglia del Mons Seleucus. La legislazione di Magnezio rispettò i diritti dei pagani, revocando la legislazione antipagana di Costante (figlio di Costantino il grande e contro cui Magnezio aveva fatto l’usurpazione) e consentendo loro la celebrazione di sacrifici notturni.

IL NUMEN DEL GIORNO: PIGMALIONE
A Cipro, una delle isole preferite dalla dea Afrodite, viveva lo scultore Pigmalione, che secondo alcuni era anche il re dell’isola. Scontento delle donne cipriote, egli aveva modellato una statua d’avorio in forma di donna bellissima: in essa aveva concentrato tutte le grazie del proprio ideale femminile, e alla fine se ne era innamorato. Era arrivato al punto da vestirla, spogliarla e dormire con essa, sperando che un giorno prendesse vita.
Così, durante una festa di Afrodite, Pigmalione pregò la dea che, colpita da quell’amore, gli concesse che la statua si animasse: nacque così Galatea, e Pigmalione la sposò. Loro figlio fu Pafo, eponimo della città in cui la dea Afrodite era maggiormente venerata.


IL DETTO
Non bisogna picchiare i bambini
Tra i Tapui del Gran Chaco si dice che picchiare un bambino sia un delitto. L’origine di questa usanza viene narrata in un mito.
Si dice che una sera gli adulti della tribù si erano radunati per una festa, e avevano lasciato i bambini chiusi nelle capanne; ma una bambina riuscì a sgattaiolare fuori e ad assistere alla festa: la gente ballava allegramente e beveva abbondantemente la forte birra di mais. La madre vide la figlia, lesse la disapprovazione nei suoi occhi, ed ebbra la picchiò e la riportò a forza nella capanna.
La bambina non era mai stata picchiata prima: pianse e raccontò agli altri bambini cosa era accaduto. D’improvviso, per magia la porta della capanna si aprì e i bambini uscirono cantando, danzando come non era mai accaduto e tenendosi per mano a formare una catena. Mentre passavano per il villaggio tutti gli altri bambini si unirono, finché i piccoli iniziarono a sollevarsi nel cielo e a sparire, diventando stelle e non tornando mai più.
Ecco perché non bisogna mai picchiare i bambini.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI
Non è senza ragione se quei grandi uomini, che erano i nostri antenati, preferivano i Romani di campagna ai Romani di città. E come in campagna quelli che se ne stanno nel cascinale sono considerati più pigri di quelli che passano il tempo nei campi occupati in qualche lavoro agricolo, così essi reputavano quelli che trascorrevano la vita nella città meno attivi di quelli che vivevano in campagna. Perciò divisero l'anno in maniera che un giorno su otto potessero occuparsi delle questioni della città, nei sette rimanenti potessero dedicarsi ai loro campi. Fino a che seguirono questa norma, ottennero un doppio vantaggio: che grazie alla loro cura avevano le campagne fertilissime e grazie alla buona salute erano più robusti, e non sentivano il bisogno di palestre greche in città.
(Varrone, De re Rustica, II, 1-2)



TRE RIGHE, UN LIBRO
M. Reinhart-R.Sabuda, Dei ed Eroi – Enciclopedia mitologica, Rizzoli
Stavolta non abbiamo bisogno neppure delle tre righe: ecco a voi i principali miti del mondo in un libro pop-up! Indispensabile e meraviglioso!

IL REGALO DEL GIORNO
Faenum (Il fieno)

Il tuo giaciglio si gonfi del fieno crepitante rubato alle mule.
Non ci sono preoccupazioni dentro un letto duro.

(Marziale, Apophoreta, CLXII)

LA RICETTA DEL GIORNO
Gustacium (Antipasto)
In un piatto collocare dei pistacchi con delle albicocche, frutta secca come noci, nocciole e datteri, quindi delle uova, dei capperi e delle olive. Per le tartine utilizzare fettine di libum (focaccia sacra) cosparse alcune di pasticcio di cacio con aglio, altre con un gramolato di olive, altre ancora con l’allec (la parte soda del lavorazione del garum)
(Dall’Appendix Vergiliana)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO

Scontenti entrambi, il bue ama la soma, \ il cavallo l’aratro: a mio parere \ faccia, lieto, ciascuno il suo mestiere.

(Orazio, Epistole, I, XIV)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

3 commenti:

GIOCHER ha detto...

Adoooooro questa rubrica.

Ma la ricerca filologica et culinaria impone che si faccia chiarezza sulla "Salsa" omnipresente nella rubrica gastronomica, che' mi tremano i polsi, conoscendo un po' gusti e pastrocchi dei Cives, al pesiero della nausebonda commistione. :D

Aristarco di Samo ha detto...

Grazie dell'adorazione (pagana)! :-)
La Salsa (liquamen) è come il Garum: talmene conosciuti che il nostro Apicio non riteneva necessario specificare.
Un po' come il nostro "sugo" che, non altrimenti connotato, è comunemente inteso come quello di pomodoro.
Il garum (e il liquamen che dovrebbe essere la parte più liquida risultante dalla lavorazione) si ricavava da interiora di pesce e pesce salato lasciato fermentare al sole. I Romani avevano strani gusti rispetto ai nostri!

GIOCHER ha detto...

Ah, ecco: era Garum ot similia, come immaginavo.. :D Pensare che era uno dei prodotti maggiormente commerciati nel mediterraneo.Ne consumavano quantita' spaventose, di quella melma.. D: