domenica 26 dicembre 2010

MIGRAZIONI – E tui, de chini sesi? 8



Nella puntata precedente (giusto per dare un tono da soap opera alla nostra narrazione) abbiamo parlato dell’erotica origine dei Tespiadi. Ma la quarantina di figli di Eracle che giunsero a colonizzare la Sardegna non vennero soli.
Li accompagnava un eroe che non è tra i più famosi solo perché, ahilui!, si trovò ad essere spesso la spalla di un fuoriclasse: ovvero la spalla proprio di quell’Eracle dall’infinita capacità amatoria (che noi sardi speriamo sia rimasta patrimonio della sua discendenza… anche attuale).

L’eroe è Iolao, figlio di Ificle, il fratellastro di Eracle stesso.

Nella parodia che ne fa Sam Raimi nella serie TV “Hercules”, una delle gag ricorrenti è che tutti conoscono Eracle\Hercules, e nessuno si ricorda di Iolao.
Eppure non c’è episodio in cui l’inespressivo Kevin Sorbo (Hercules, appunto) non sia affiancato dal suo riccioluto compagno altrettanto inespressivo (l’attore Michael Hurst).
Nella “realtà” del mito, Iolao non compare subito. E non poteva essere altrimenti: Eracle ed Ificle erano gemelli (anche se Ificle era mortale e Eracle divino). Quindi si dovette attendere che il meno dotato eroticamente dei due (Ificle, appunto) raggiungesse l’età giusta per poter generare tanto nipote di tanto zio insieme ad Automedusa figlia di Alcatoo.

La carriera di Iolao, comunque, non fu assolutamente secondaria. La sua principale occupazione fu quella di auriga di Eracle, ma perfino in questa veste apparentemente secondaria, il giovane eroe seppe distinguersi. Secondo il mito, infatti, fu proprio Iolao il primo vincitore della corsa sul carro alla prima Olimpiade della storia mitica. E il buon Iolao concesse il bis nella specialità ai successivi giochi in onore del defunto Pelia.

Nel corso delle 12 fatiche dello zio, Iolao si guadagnò fama imperitura. Senza di lui, ad esempio, Eracle non avrebbe mai potuto sconfiggere l’Idra di Lerna: si narra, infatti, che ogni volta che Eracle decapitava una testa del mostro, dal collo tagliato spuntavano fuori altre due teste altrettanto mortali!
A questo punto intervenne proprio Iolao: non appena lo zio tagliava una testa, subito il nipote bruciava la ferita con un tizzone acceso, impedendo la rinascita miracolosa. Un intero bosco fu bruciato, e sia considerato degno di vituperio chi pensa che Iolao passò il brutto vizio degli incendi ai Sardi attuali.

Tra le altre imprese “minori” accanto allo zio, Iolao partecipò alla campagna contro Troia, aiutò Eracle a togliere le armi al morto Cicno, andò fino all’estremo occidente quando Eracle affrontò Gerione per sottrargli le sue meravigliose mandrie, partecipò alla spedizione degli Argonauti.

La fiducia di Eracle nel nipote era immensa. Addirittura, quando il semidio divorziò dalla prima moglie Megara, diede in moglie l’ex sposa proprio al nipote. L’insolita coppia Iolao\Megara ebbe una figlia, Leipefile, nome che pare significasse “Amore per l’Abbandonata” (o, più propriamente, "per chi aveva abbandonato la tribù"... ma qui entreremmo in discussioni sul matriarcato :-P).
Qualche maligno disse che tra Eracle e Iolao c’era un rapporto amoroso. Anzi:che Iolao fosse l’amate di diversi eroi della mitologia greca.

In ogni caso, Iolao ripagò lo zio con la fedeltà e seguendolo anche durante l’esilio imposto a Eracle dal geloso Euristeo.
Così non ci deve stupire che proprio a lui Eracle affidò il compito di portare in Sardegna la maggior parte dei Tespiadi, anche se si discute se ciò avvenne prima o dopo la morte di Eracle.
A questo proposito, tra l’altro, non va dimenticato un fatto importante: alcune versioni vedono Filottete come colui che accese la pira funebre di Eracle, ama ltre dicono che fosse proprio Iolao a compiere il rito. La pira bruciò ogni residuo mortale dal corpo di Eracle, permettendo che in questo modo ascendesse al cielo in qualità di dio.

Dopo la morte dello zio, Iolao non cessò di aiutare i suoi cugini, gli Eraclidi. Secondo una delle versioni, come detto, portò alcuni di loro in Sardegna proprio in quel momento.
Secondo altre, invece, tornò in Grecia dalla Sardegna quando seppe che i rimanenti Eraclidi erano minacciati da Euristeo.
Qui le versioni sono una più iperbolica dell’altra. La prima dice che Iolao fosse già vecchio quando si apprestò ad affrontare Euristeo; anche costui non doveva essere un giovanotto, visto che era di qualche giorno più anziano di Eracle! Ma Zeus ed Ebe, moglie divina di Eracle, restituirono per un giorno la giovinezza e la forza a Iolao, in modoc eh potesse affrontare al meglio la battaglia decisiva.
Secondo altri mitografi, Iolao era addirittura già morto! Ma gli Eraclidi avevano bisogno di lui, così l’eroe resuscitò.
Sia stato come sia stato, Iolao affrontò Euristeo e lo uccise. Poi tornò alla sua tomba (o alla sua vecchiaia), ma in Sardegna fu venerato a lungo.

Come e perché avvenne ciò, lo diremo nel prossimo post.

Alcune piccole note…
Il fatto che Iolao partecipasse alla spedizione contro Gerione e al furto dei Pomi del Giardino delle Esperidi, non ci deve sorprendere. È probabile che nella figura di Iolao sia confluita anche la figura di un eroe “occidentale”, e sia Gerione che le Esperidi sono collegati all’Occidente più lontano e in parte sconosciuto ai Greci.
Non dimentichiamo che Gerione ebbe come figlia Erizia che, unitasi a Mercurio\Hermes, generò Norace, un predecessore dei tespiadi nella colonizzazione della Sardegna (e se non vi ricordate le vicende di Norace, cliccate qui!).
A seconda delle versioni Gerione regnava su Tartesso o sull’isola di Erizia che però non prende il nome dalla figlia, ma dalla sposa di Gerione, una delle Esperidi figlie di Atlante: il Giardino delle Esperidi pare fosse ubicato proprio vicino all’isola.

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