mercoledì 24 febbraio 2010

MITOLOGIA INDIANA - Avatar non su Pandora! - 2

Dove eravamo rimasti?
Ma certo: agli originali Avatar(a), ovvero le forme assunte da Vishnu per calarsi nel nostro mondo e intervenire per la salvezza dell'umanità o dell'ordine (indù) costituito.

Il primo dei dieci Avatara classici è Matsya, Vishnu in foma di Pesce; assieme a Vamana (Vishnu in forma di nano) è uno degli Avatara più antichi, riaslenti all'epoca dei Veda, e si lega al mito indiano del Diluvio Universale. Secondo alcuni studiosi sarebbe una incarnazione di Vishnu addirittura precedente alla nostra epoca!

Il mito è legato all'acqua, una costante della venerazione Induista, un'acqua vista non come apportatrice di vita, ma come strumento di una delle distruzioni periodiche che sconvolgono il mondo, segnando il passaggio tra un'era del mondo e l'altra secondo la cosmologia indiana.

Si narra che un re dell'era passata, Manu, si dedicava alle pratiche di Yoga: una volta rimase a testa ingiùà e con gli occhi immobili per 10.000 anni! mentre era impegnato in tali rpatiche sulal riva di un fiiume, venne a lui un pesciolino.
Quest'ultimo (senza che Manu se ne stupisca troppo!) parla al sovrano e gli chiede protezione dai "pesci più grandi"; in cambio salverà Manu dalla grande catastrofe che si prepara: un Diluvio che sommergerà tutto.

Manu, uomo pio e di grande fede, accetta di salvare il pesce. Prima lo mette in un recipiente e lo nutre; poi quando il pesce cresce, lo mette in una fossa fatta apposta; infine, quando il pesce ha raggiunto ormai dimensioni tali da non essere più la vittima predestinata dei pesci più grossi, lo getta nell'Oceano.
Nel frattempo, seguendo i consigli di Matsya, Manu si costruisce una grande nave: quando le acque del Diluvio iniziano a salire, Manu si imbarca, accompagnato secondo alcuni da Sette Saggi che recano con sè i Veda, e dopo aver caricato sul vascello le sementi per poter ricominciare l'agricoltura dopo la catastrofe.
Mentre le acque coprono tutto il mondo antico, Matsya riappare come pesce gigantesco, sulla cui fronte spicca uno splendido corno, cui verrà agganciato il vascello. La nave di Manu viene trascinata da Matsya a Nord, fino all'Himalaya, e lì, sulla vetta delle alte montagne, finalmente si getta l'ancora.
Quando le acque del Diluvio si ritireranno, Manu scenderà dalle montagne per ricominciare la civiltà dei Veda e dare un seguito all'umanità.

Per poter procreare, però, mancavano le donne. Allora Manu si diede nuovamente a pratiche ascetiche, poi offrì alle acque burro chiarificato, latte acido, caglio e siero (le offerte "pure") e, nel giro di un anno, dai flutti nacque una donna, l'antenata dell'umanità attuale.

Una piccola nota...
La storia del Diluvio Universale in salsa Indù ha tratti in comune con altre vicende del Diluvio, come quella sumera\semitica\ebraica e greca: l'avviso del dio, la nave, l'attracco alla montagna, la difficoltà a generare una nuova umanità... ma di questo ne parleremo un'altra volta.

Se volete leggere un'interpretazione evemeristca del Diluvio Universale, con particolare attenzione alla narrazione delle vicende di Manu, potete consultare G. Hancock, Underworld (in Italia "Civiltà Sommerse") al capitolo 6.

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