Alcune nascite della mitologia greco-romana lasciano sempre un po' stupiti: da Dioniso\Bacco partorito dalla coscia di Zeus\Giove, ad Atena\Minerva che nasce dalla testa del re degli dei, abbiamo una lunga sequenza di parti davvero singolari.
Come dimenticare poi la Madre Terra messa incinta di Erittonio da un batuffolo di lana sporco dello sperma di Efesto? O Pegaso e Crisaore, figli di Poseidone nati dal corpo decapitato della madre Medusa?
Da questi pochi esempi sembra che gli dei avessero la capacità del parto mostruoso, perchè la generazione divina è ben diversa da quella umana.
Così, altrettanto singolare è la nascita di Afrodite, dea dell'amore, dalla spuma del mare. Quando Crono detronizzò il padre Urano, lo castrò con un falcetto: gocce del sangue paterno caddero nel mare generando la dea... mentre altre gocce cadute sulla Madre Terra diedero vita alle Melie, le dolci Ninfe dei Frassini e a ben più mostruose creature come le Erinni e i Giganti.
A detta di studiosi come Robert Graves, autore del fondamentale "I miti Greci", alla base di questo mito ve ne sarebbe un altro più antico, diffuso tra gli Hurriti e gli Hittiti intorno al secondo millennio a.C.: la storia del dio Kumarbi.
Anche in questo caso si parte da una rivolta di palazzo contro il re degli dei: Alalu regna per nove anni sugli dei, ma il suo coppiere Anu il dio del Cielo lo sconfigge e prende il suo posto. Kumarbi prende il posto di coppiere del nuovo re.
Dopo altri nove anni nasce un conflitto tra i due: Kumarbi è detto "prole di Alalu", e forse in questo si deve vedere la ragione della guerra. Nello scontro lo splendore di Kumarbi è tale che Anu non lo tollera, e si dà alla fuga.
Kumarbi insegue il suo sovrano e, come dicono i testi, "gli morde le ginocchia e ingoia la sua virilità" (sic!). Ma Anu ha già preparato la sua vendetta: Kumarbi sarà sì il nuovo re, ma è anche incinta di tre grandi dei, il cui padre è Anu!
Kumarbi sputa subito il tutto sul monte Kanzurra, ma la terra dove cade il suo sputo genera i tre dei profetizzati: Tesub, dio della Tempesta, Aranzah la Tigre, dio del Fiume, e Tashmishu, il grande dio.
Tesub detronizza Kumarbi e diventa nuovo re degli dei.
Kumarbi però non cede, e si prepara a una "restaurazione" con un'altro accoppiamento singolare: si allontana dalla città degli dei, raggiunge un'enorme roccia e, sognando di generare un mostro che schaccerà il suo rivale, giace con la roccia come si farebbe con una donna. da questo strano rapporto nasce Ullikummi, il gigante di diorite, destinato a vendicare il padre rovesciando Tesub.
Per questo Ullikummi viene allevato dalle Irshirra, le dee serve di Kumarbi, che lo pongono sulla spalla destra di Upelluri (il Mondo). Ullikummi cresce, e presto la sua altezza raggiunge la dimora degli dei, il Kuntarra.
Preoccuapti, Tesub e il dio del Sole si riuniscono in conciliabolo per distruggere l'avversario, ma le prime contromosse falliscono: Ullikummi è insensibile al fascino di Ishtar, la dea dell'Amore, sconfigge Tesub e la statura del gigante di diorite costringe Hebat, sposa di Tesub, ad abbandonare il suo tempio.
A questo punto gli dei cambiano strategia: invece che affrontare direttamente Ullikummi, gli tagliano i piedi, impedendogli di avanzare contro di loro e togliendo il suo contatto con la terra. Grazie al "coltello che separò il cielo dalla terra" possono finalmente uccidere Ullikummi e ristabilire il trono di Tesub.
Secondo altre versioni riportate da Graves in appendice alla narrazione del mito dell'evirazione di Urano, lo sputo di Kumarbi avrebbe generato una dea, mentre il dio stesso era stato ingravidato dallo sperma di Anu, e aveva concepito il dio dell'amore... che gli fu staccato dal fianco da Ea, il fratello di Anu.
Lo stesso Ea avrebbe usato il famoso coltello con cui furono sepratai cielo e terra per decapitare Ullikummi.
Infine il povero Kumarbi partorisce un dio dalla sua coscia: costui guidava il carro del temporale trainato da un toro e accorse in aiuto di Anu.
Alcune note sparse...
Il mito di Ullikummi che tenta la scalata alle sedi degli dei per detronizzare il dio della tempesta sembra essere alla base di altri miti greci conme quello dei giganti Aloadi o di Tifone.
Il contatto di Ullikummi con la terra, che gli permette di crescere continuamente, è in una certa misura simile alla vicenda di Anteo, che, nella lotta, ritrovava le forze non appena toccava il suolo. Eracle lo uccise stritolandolo a mezz'aria.
Ullikummi, nato da una roccia, trova un lontano parente nel mito cinese del figlio di Yu il Grande... la cui storia sarà l'oggetto del possimo post.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento