domenica 30 maggio 2010

MITOLOGIA INDIANA - Avatar non su Pandora! 10


Siamo ormai alla fine delle nostre dieci "fatiche" mitiche. Ormai rimangono solo due Avatara di Vishnu, forse i più particolari della serie (anche se Narashima e Vamana non scherzano!), sicuramente i più anomali: Buddha e Kalki.

Forse qualcuno sarà stupito di trovare Buddha tra gli Avatara di Vishnu... Ma come? Il Buddhismo non nasceva proprio come "nuova via" oltre le illusioni del rito induista, e proprio per questo fu "cacciato" dal subcontinente indiano, dove rimase come religione marginale?
In realtà il modo di pensare occidentale trascura la capacità di assorbimento, di armonizzazione degli "opposti" che invece è propria della cultura indiana e indù in particolare: non dimentichiamo che anche Gesù Cristo, per alcuni gruppi, è l'ennesimo Avatara di Vishnu!

Così è vero che Siddharta Gautama (che nasce indiano, induista e Kshatrya, cioè appartenente alla casta dei guerrieri), diviene Buddha l'Illuminato, colui che fonda la filosofia di vita (solo dopo religione) che conquisterà il cuore del re Asoka dei Maurya e che metterà a serio rischio il primato dell'induismo nell'India stessa.
Ma l'induismo ha la sua vitalità, e passa al contrattacco, e il miglior modo è proprio quello di fare del nemico un alleato: anzi, una parte del proprio sistema, una parte limitata da questa assimilazione, e per questo stesso fatto, reso innocuo.
In fondo Gautama si era comportato così come tutti gli Avatara di Vishnu: aveva lottato contro il male (anche se di questo "male" facevano parte i brahmini e, in un certo senso, le divinità induiste classiche), per restaurare il Dharma, la Legge fiaccata da insegnamenti decaduti e da dogmi ormai vuoti e ossessionanti.
E soprattutto era un personaggio amato a livello popolare: come accadrà con alcune divinità pagane divenute santi cristiani, i teologi brahmini troveranno con l'escamotage dell'Avatara la conciliazione che permetterà loro di non scontentare il popolo, e insieme di non avere un pericoloso rivale, ancora più forte in caso di contrapposizione netta.

Con questo approccio, la carica rivoluzionaria dell'insegnamento di Gautama Buddha viene neutralizzata.
Egli stesso diventa un Avatara di cui parlare poco (compare nel Matsya Purana e nella Bhagavata Purana), da confondere con altri Buddha della tradizione ("Buddha", in fondo, significa semplicemente "colui che ha raggiunto l'illuminazione"... quale essa sa), di cui dare immagini induizzate e "normalizzate", che mostrano il Buddha circondato dagli dei che aveva respinto nella sua predicazione, o come uno yogin, a ricordare la necessaria origine induista della sua illuminazione.

Alcune piccole note...
Già nel Rig-Veda (i testi più antichi dei vedanta) esisteva un Buddha, figlio di Soma e Tara (la moglie infedele di Brihaspati), identificato col pianeta Mercurio.

Nell'elenco degli Avatara talvolta Buddha è sostituito da Balarama, il fratellastro di Krishna. Come abbiamo già raccontato, infatti, secondo alcuni gruppi Krishna sarebbe più che un Avatara, ma il vero e proprio Vishnu sceso sulla Terra.

E' ormai divenuto un classico il paragone tra Buddha nei suoi rapporti con l'induismo, e Gesù Cristo nei confronti dell'ebraismo: tanto il Buddha quanto il Cristo sembrano contestare la decadenza della tradizione più che la tradizione stessa, e porsi come coloro che completano e rivelano un messaggio che ha perso la sua primitiva direzione.
Si dice che il brahmano sia per il Buddha quel che il fariseo è stato per Gesù: per il Dhammapada il brahmano può essere un buon brahmano o uno stolto, esattamente come il fariseo nel Vangelo.

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