mercoledì 7 luglio 2010

MITOLOGIA - Definizioni autorevoli


Senza comprendere il mito e la sua relazione con l’inconscio, se non s’intuisce l’aspirazione e l’espressione religiosa che si cela dietro il processo di creazione del mito non riconoscendo il potere dell’esperienza numinosa, nessun ricercatore di religioni comparate può sperare di trarre alcun significato dalle infinite variazioni dell’espressione di fede. Di conseguenza, molti cadono nella sciarada, intellettualmente sicura, della semplice classificazione. Collegano gli elementi comuni come se comprendere la religione fosse soltanto un altro esercizio di riferimenti incrociati. Dimenticano l’esperienza intensamente personale, eppure universale, che cerca in modo disperato una manifestazione tra le limitazioni del linguaggio e della cultura. Uno dei grandi storici della Mesopotamia, il professor Leo Oppenheimer, della Chicago Oriental School, ironizzava sui creatori di "sistemazioni che scorrono senza intoppi, addobbate in una massa di paragoni e paralleli assai ingegnosi, ottenuti zigzagando sul mondo e attraverso la storia conosciuta dell’uomo". Se qualcuno cerca la luna, la descrizione e il confronto dell’apparizione di un milione di dita che puntano in quella direzione non faciliterà più di tanto la conoscenza circa la sua apparizione.

M.Baigent, Il Cielo di Babilonia, cap. 7

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