Luce
di Alda Merini
(a G.S.)Chi ti descriverà, luce divina
che procedi immutata e immutabile
dal mio sguardo redento?
Io no: perché l’essenza del possesso
di te è "segreto" eterno e inafferrabile;
io no perché col solo nominarti
ti nego e ti smarrisco;
tu, strana verità che mi richiami
il vagheggiato tono del mio essere.
Beata somiglianza,
beatissimo insistere sul giuoco
semplice e affascinante e misterioso
d'essere in due e diverse eppure tanto
somiglianti; ma in questo
è la chiave incredibile e fatale
del nostro "poter essere" e la mente
che ti raggiunge ove si domandasse
perché non ti rapisce all’Universo
per innalzare meglio il proprio corpo,
immantinente ti dissolverebbe.
Si ripete per me l’antica fiaba
d’Amore e Psiche in questo possederci
in modo tanto tenebrosamente
luminoso, ma, Dea,
non sia mai che io levi nella notte
della mia vita la lanterna vile
per misurarti con i presentimenti
emananti dai fiori e da ogni grazia.
22 dicembre 1949
Tratto da Poetesse del Novecento, in Fiore di Poesia, a cura di M. Corti, Einaudi 2014, ET Poesia per cui si veda QUI
NB: l'immagine e soprattutto il testo non mi appartengono e sono qui riprodotti non per violare il diritto d'autore (vi invito anzi ad acquistare il testo indicato), ma in omaggio alla poetessa e nel quadro di un'analisi della sopravvivenza delle suggestioni del mito negli autori moderni. Questo blog, ad ogni buon conto, è senza fini di lucro.
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