giovedì 7 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. VII ID. AVG (7 agosto)





ANTE DIEM SEPTIMUM IDUS SEXTILES (AUGUSTAS)

DIES COMITIALIS (in questo giorno si possono tenere i Comizi)

OGGI IUPPITER SARA’…
SERENUS

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
317 d.C. – nasce Costanzo II, figlio di Costantino il Grande. Seguace dei Cristiani secondo la dottrina di Ario e nemico dei pagani: nel 314 emana un editto che proibiva i sacrifici pagani; un altro editto stabiliva che tutti i templi pagani dovessero essere chiusi e il loro accesso proibito. Tuttavia Costanzo e suo fratello Costante emanarono anche leggi per le preservazione dei templi situati al di fuori delle mura cittadine, e un altro editto stabiliva multe contro i vandalismi rivolti a tombe e monumenti, ponendoli sotto la custodia dei sacerdoti pagani. Nel 357, però, ordinò che l’altare della Vittoria, posto dal Divo Augusto nel 29 a.C. nella Curia Iulia e sul quale prestavano giuramento i senatori e i magistrati, fosse rimosso dalla sede del Senato Romano. Perseguita anche gli Ebrei fino a provocare la rivolta del 351\352 guidata da Isacco di Seffori, repressa nel sangue. Suo nemico in Occidente fu Magnezio, che revocò la legislazione antipagana di Costante, permettendo la celebrazione di sacrifici notturni.

461 – muore l’Imperatore Maggioriano che l’11 luglio del 459 d.C promulgò una legge (Novella Maioriani 4) che riservava all'imperatore o ai senatori la potestà di decidere se vi fossero le condizioni estreme che giustificassero la demolizione di un edificio antico; la pena per i magistrati che si arrogavano il diritto di concedere i permessi era di 50 libbre d'oro, mentre i loro subordinati sarebbero stati frustati e avrebbero avuto entrambe le mani amputate. Ciò per qualche tempo arrestò la demolizione degli edifici pagani, usati come cave di materiale.


IL NUMEN DEL GIORNO: ISHTAR
L’“Argentea”, la “Donatrice di semi”, dea insieme benefica (dell'amore, della fertilità e dell'erotismo) e terrificante (dea anche della guerra, delle tempeste); divinità dei sogni e dei presagi, colei che distribuiva agli uomini potere e conoscenza. Prende alcune caratteristiche della dea sumerica Inanna. Il suo pianeta è Venere.
I principali centri del suo culto erano Uruk, Assur, Babilonia (dove a lei era dedicata una delle otto porte, oggi a Berlino), Ninive.
Nell'Epopea di Gilgamesh Ishtar rappresenta l'amore sensuale e viene descritta come innamorata via via del pastore Tammuz, poi di un uccello, di un leone, di un cavallo, di un giardiniere ed in ultimo di Gilgamesh stesso: ma l’eroe la rifiuta a causa della crudeltà della dea che aveva condannato ad un triste destino tutti i suoi precedenti amanti.
L'opera conosciuta come “La Discesa di Ishtar negli Inferi” racconta di come, dopo la morte di Tammuz, la dea innamorata discende nell'oltretomba alla ricerca del suo amato. Nell’aldilà viene spogliata di ogni suo segno di potere e di vesti, viene giudicata e giustiziata, ma poi rinasce scambiando il proprio corpo con quello dello sposo Tammuz. Dopo la morte di Tammuz tutte le donne, compresa la dea, assumono lo stato di lutto che dura un mese, detto appunto il mese di Tammuz. Durante la sua discesa negli inferi la terra si arresta e nulla può essere creato.
I suoi miti si ritrovano nei più tardi racconti di Orfeo ed Euridice e soprattutto di Afrodite ed Adone.


IL DETTO
Tagliare il nodo gordiano
I Frigi avevano fondato una città e cercavano un re. L'oracolo di Telmisso, antica capitale della Licia, predisse che il primo uomo che fosse entrato in quella nuova città su un carro trainato da dei buoi, sarebbe diventato re. Il primo a entrare fu un misero contadino di nome Gordio: in conformità all'oracolo, fu nominato re e la cittadina prese il suo nome. Tale previsione fu confermata da un segno degli dei, perché un'aquila atterrò sul carro stesso.
Si dice che il figlio adottivo di Gordio, Mida, dedicò quindi il carro del padre alla divinità frigia Sabazio (che i Greci identificavano con Dioniso); il carro fu legato permanentemente a un palo, assicurandone la stanga con un intricato nodo di robusta corda in corteccia di corniolo, rimanendo così il saldo simbolo del potere regale e politico dei successivi re di Frigia.
Circolava una seconda profezia: chi fosse stato in grado di sciogliere quel nodo, sarebbe diventato imperatore dell'Asia minore.
Durante la sua campagna contro l’Impero Persiano, l’esercito di Alessandro Magno arrivò a Gordio. Qui, il condottiero provò a sciogliere il nodo ma, non riuscendovi, decise semplicemente di tagliarlo a metà con la spada. Nacque così il detto (noto anche come “soluzione alessandrina”) per indicare la risoluzione di un problema intricato in modo netto, semplice, rapido e deciso.


COLTIVARE CON GLI ANTICHI
E se la terra non sarà feconda, basterà sollevarla con un lieve solco (= dell’aratro) proprio sotto la stella Arturo: là, affinché le erbacce non danneggino le messi fiorenti; qua, affinché il poco umore non abbandoni la sterile sabbia.     
(Virgilio, Georgiche, I, 66-69)


TRE RIGHE, UN LIBRO
T.W. Rolleston, I miti celtici, Tea 1994
Uscito per la prima volta nel 1911, è una raccolta di miti delle popolazioni celtiche delle isole Britanniche: dal Ciclo dell’Ulster a quello di Ossian, dai racconti del Mabinogion a quelli di Artù, una veloce e piacevole lettura che ci introduce in una mitologia affascinante.


IL REGALO DEL GIORNO
La manina d’avorio

Questa manina ti proteggerà
Le scapole dal morso delle pulci
O di insetti peggiori.

(Marziale, Apophoreta, LXXXIII)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di M. Porcio Catone il Vecchio)
Pulmentarium familiae (Companatico degli schiavi)
Conserverai la maggior parte delle olive cadute; dopo condirai le olive mature (da cui potrai ricavare pochissimo olio): le metterai da parte affinché durino molto a lungo. Quando le olive saranno mangiate metterai l’aceto e il garum. Metterai mezza libbra d’olio per ciascuno ogni mese è sufficiente dare un moggio di sale per ciascuno in un anno.
(Catone, De agri cultura liber, 58)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Mai alla foce di un fiume che sbocca nel mare \ o alle sorgenti tu orina, ma guardatene; \ e non defecare: ciò non è bene; \ né mai dei fiumi immortali l'acque scorrenti \ a piedi tu passa prima d'aver pregato rivolto ai bei gorghi \ con le mani lavate nell'acqua gradevole e chiara.
(Esiodo, Opere e giorni)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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