sabato 30 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. III KAL. SEPT. (30 agosto)




ANTE DIEM TERTIUM KALENDAS SEPTEMBRES

DIES COMITIALS (in questo giorno si possono tenere i Comizi).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
30 a. C. – Morte di Cleopatra per suicidio con aspide. Nunc est bibendum.

711 d.C. – K’inich K’an Joy Chitam, re di Palenque, scompare, forse catturato dagli uomini di una città rivale

I MORTI DEL GIORNO
1329 d.C. – muore Khutughtu Khan, Figlio del Cielo sul Trono del Drago (Imperatore della Cina) della dinastia Yuan

1428 d.C. – muore Shoko Tenno, discendente di Amaterasu e imperatore del Giappone.

IL NUMEN DEL GIORNO: ARGO PANOPTES
Si narra che quando Zeus amò la principessa argiva Io, la gelosa Era scese sulla Terra per sorprendere il marito fedifrago; al che il dio trasformò la principessa in una bellissima giovenca per nasconderla agli occhi della gelosa moglie.
Sospettando un intrigo, Era si fece regalare dal marito la bestia, e la affidò al gigante Argo Panoptes (“che tutto vede”), figlio di Aristore, noto per aver liberato l’Arcadia da un toro rabbioso e per aver ucciso Echidna, madre dei mostri; questi era il perfetto guardiano: se secondo alcuni aveva un solo occhio, per altri nel aveva quattro (due davanti e due dietro la nuca), secondo altri ancora cento (o infiniti) occhi sparsi per tutto il corpo, e che dormisse chiudendo solo metà dei suoi occhi.
Il gigante legò l’animale a un ulivo e la sorvegliò. Zeus, che voleva liberare la fanciulla, chiese aiuto a Ermes, dio degli inganni: questi si camuffò da pastore, e si avvicinò al gigante suonando il suo strumento; Argo, affascinato dal suono, lo invitò a raccontargli una storia, e il figlio di Maia gli narrò degli amori di Pan e Siringa. La storia era lunga, la musica dolce e rilassante, e finalmente Argo si assopì e chiuse per un istante tutti gli occhi. Rapido, Ermes lo decapitò e sciolse Io dai suoi legami.
Era, quando venne a sapere del fatto, volle ricordare il suo infelice servo e prese tutti i suoi occhi dal corpo, ponendoli sulle piume del pavone, animale a lei sacro.

IL DETTO
Voi siete il mio Gayandi e Gayandi è la mia voce
Era il Tempo del Sogno e Baiame, il Padre di Tutti, voleva dare all’uomo la sua voce, la sua immagine, ma anche uno strumento che gli uomini potessero usare e con una morsa sufficiente a estrarre i denti anteriori dei giovani iniziandi (sic!).
Dopo vari tentativi falliti, che portarono alla creazione di un demone simile all’echidna che vive nel bush per fare il male dell’uomo o uno strumento di pietra troppo pesante per poter essere usato, Baiame stava tagliando legna da ardere per il Cielo: dette un colpo tanto forte da distruggere un albero di coolabah (l’eucalipto dei Koala), e una scheggia volò in aria, facendo un ronzio che cambiava a seconda della velocità. Il Dio capì che era proprio quello che stava cercando: esaminò le schegge, ne lavorò alcune levigandole, vi praticò un foro e vi infilò una robusta corda, e così fece per una seconda scheggia; poi le appese al tronco dell’albero e tornò al campo a mangiare.
Durante la notte si levò il vento. Le due mogli di Baiame lo svegliarono impaurite: avevano sentito un rumore mai udito prima. Quando lui chiese a cosa assomigliava, una di loro rispose che sembrava proprio la sua voce.
Baiame rise, tornò all’albero e vide che i due bullroarer (strumento a corda che viene fatto ruotare per produrre un rumore sordo nelle cerimonie di iniziazione, ndc) ruotavano attorno al proprio asse di corda, emettendo proprio il suono che il Dio cercava. Li staccò dal tronco e pronunciò la frase: “Voi siete il mio Gayandi (lett.: “lo spirito del cerchio sacro”, il bullroarer, ndc) e Gayandi è la mia voce” e poi lo consegnò agli uomini, perché attraverso essi potessero sentire la sua voce e i suoi messaggi.
La voce del bullroarer esprime la voce del Dio, che è quella del Tempo del Sogno.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI
Il male che fa il toporagno è guarito dal suo stesso corpo: infatti l'animale stesso si uccide se lo si immerge nell'olio e, quando si decompone, si trita e si spalma questo medicamento sul morso del toporagno. Oppure, se non si trova il toporagno, e un gonfiore dimostra il danno fatto dai denti, si trita del cumino, ci si aggiunge un po' di pece liquida e di sugna, per dargli la pastosità dell'impiastro.
(Columella, De Re Rustica, VI, XVII, 5)

TRE RIGHE, UN LIBRO
G. Englaro (a cura di), Il tempo del sogno – Miti australiani, Mondadori, 1991
C’era un tempo in cui gli uomini e gli dei sognavano, poi questi sogni sono divenuti il nostro mondo. Un’affascinante raccolta di racconti, tra Spiriti Creatori, Antenati Totemici, Eroi, Animali parlanti, che ci racconta un universo narrativo e mitico simile e diverso da tutti gli altri.

IL REGALO DEL GIORNO
Boleti (I porcini)
E’ facile argento e oro e un mantello e una toga
Mandare; è difficile mandare i porcini.
(Marziale, Xenia, XLVIII)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Valerio Marziale)
Ostrea (L’ostrica)
Ubriaca d’acqua vengo dal Lucrino, presso Baia:
ora ho solo sete, lussuriosa, di garum.
(Marziale, Xenia, LXXII)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Halteres (I pesi)
Perché i forti muscoli si sprecano con un peso sciocco?
La vigna zappata esercita meglio le forze.
(Marziale, Apophoreta, XLIX)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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