mercoledì 27 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. VI KAL. SEPT. (27 agosto)




ANTE DIEM SEXTUM KALENDAS SEPTEMBRES

DIES NEFASTUS PRIORE (giorno nefasto solo nella prima parte della giornata, fasto dopo mezzogiorno).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus priore, serenus posteriore

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
VOLTURNALIA – Festa in onore del dio Volturno, Vulturnus, padre della ninfa Giuturna, Iuturna, patrona della sorgente che alimentava il lacus Iuturnae, nel Foro.

413 a.C. – gli strateghi atenieri Nicia e Demostere decidino di lasciare l’assedio di Siracusa: la spedizione ateniese va verso il disastro.

I MORTI DEL GIORNO
1394 d.C. – muore Chokei Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del Giappone

IL NUMEN DEL GIORNO: ATTIS
Attis è un antico dio Frigio: è il paredro della Grande Madre di Pessinunte (Cibele), il servitore eunuco che guida il carro della dea, e il suo culto seguì l’espansione di quello della Dea, arrivando a Roma nel 204 a.C. per disposizione dei Libri Sibillini; il suo culto è associato ad altri riti di fertilità come quelli in onore di Adone.
La sua nascita è alquanto complessa: si narra che Zeus voleva accoppiarsi con la Grande Madre sul Monte Agdos, ma lei lo respinse; parte dello sperma cadde su una pietra, la ingravidò e ne nacque il demone bisessuale Agdistis.
Questi era tanto forte, potente e oltraggioso che gli dei decisero di punirlo: Dioniso gli portò in dono del vino e lo accompagnò a bere in cima a un grande albero di melograno (o di mandorlo, a seconda delle versioni), finché Agdistis si addormentò ubriaco in bilico su un ramo. Con una cordicella Dioniso gli legò i genitali al ramo e, sceso in terra, scosse l'albero con tutta la sua forza. Nel brusco risveglio il demone precipitò, strappandosi di netto i genitali: così Agdistis morì dissanguato, mentre il suo sangue bagnava il melograno e lo faceva rifiorire rigoglioso e carico di succosi frutti.
Da quelle parti passava Nana, figlia del fiume Sangarios, colse un frutto dall’albero e rimase incinta; nacque così Attis, che il nonno espose sulle montagne, ma fu allevato dalle capre e poté sopravvivere (in frigio “capra” si dice “attagos”, da qui il nome del dio).
A questo punto il mito si sviluppa secondo due varianti principali: secondo la prima, Attis divenne il grande amore di Cibele, che suonava la lira per lui, e lo teneva perennemente occupato negli amplessi. Ma, ingrato, Attis volle abbandonare quelle gioie e fuggì per vagare sulla terra alla ricerca di un'altra donna, ignorando che Cibele lo sorvegliava dall'alto sul suo carro trainato da leoni. Accadde che Attis giacque con una mortale sotto le fronde di un alto pino, convinto che esse potessero nasconderlo agli occhi della dea: ma lei si rivelò, e vistosi scoperto, Attis fu assalito da un rimorso tormentoso e implacabile, finché all'ombra del pino si evirò e morì.
Secondo l’altra variante, il giovane Attis, cresciuto, si recò a Pessinunte per sposare la figlia del re Mida (sì, quello dal tocco dorante). Ma Agdistis, che evidentemente non era morto, era in agguato: innamorato del giovane, al matrimonio fece impazzire tutti gli invitati e anche Attis, che in delirio si tagliò i genitali sotto un pino; dal suo sangue nacquero le viole mammole. Cibele, vendendolo così bello, ottenne che il suo corpo divenisse incorruttibile.
Sia quale sia la versione, la morte e resurrezione di Attis furono viste come simbolo del ciclo vegetativo della primavera, e il culto progressivamente acquistò una connotazione misterica e soteriologica.
In suo onore, i sacerdoti del suo culto, detti Galli (o Galloi) si castravano; le feste più importanti a Roma cadevano durante l’equinozio di Primavera, ed erano dette Megalesia.


La strana nascita di Agdistis ricorda quella di Erittonio da Efesto e dalla Madre Terra: è da appurare se i due miti abbiano un’origine comune, o l’uno sia l’origine dell’altro.

La leggenda della castrazione di Agdistis si ritrova pressoché uguale nelle sue linee anche in una variante non biblica della storia di Noè: ne parleremo quando (e se) riprenderemo le chiacchierate sul Diluvio interrotte QUI.

Secondo Esiodo anche Afrodite (così come le Erinni, i Giganti e le Ninfe Melie) nacque dal sangue derivante da una castrazione: quella di Urano.

Di esseri nati da una pietra ce ne siamo occupati QUI e QUI .

La strana gravidanza di Nana ricorda in un certo senso quella dell’interessantissima Storia dei Due Fratelli egizia, che un giorno vi racconteremo.

Anche Zeus fu allevato dalla capra Amaltea. L’equivalente frigio di Zeus era chiamato Sabazio (anche se in alcuni tratti del suo mito ricordano piuttosto Zagreo\Dioniso)

L'"ago di Cibele", la pietra nera (forse di origine meteorica) portata da Pessinunte a Roma ha grande rilevanza nelle vicende del romanzo Anno 1000.

IL DETTO
Heus! Etiam mensas consumimus (Accidenti! Stiamo mangiando anche le mense!)
L’Eneide riporta diverse profezie sul viaggio di Enea e sul futuro di Roma che da lui nascerà. Una di queste fu una profezia\maledizione lanciata dalle Arpie: i Troiani avrebbero finalmente trovato la terra a loro assegnata dagli dei solo il giorno che, per sfamarsi, sarebbero stati costretti a divorare anche le mense.
Nel settimo libro del poema Virgilio narra che i Troiani approdarono infine alle rive del Tevere. Qui, stanchi ed affamati, posero il poco cibo rimasto su sottili focacce: dopo aver mangiato il cibo, si mangiarono anche le focacce; al che Ascanio\Iulo esclamò: “Heus! Etiam mensas consumimus!” (Eneide VII, 116). Al che Enea capì di essere finalmente arrivato al termine del suo lungo viaggio.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI

Ma col tredici del mese che inizia guardati
dal porre mano alla semina; ottimo è invece piantare.
Il sesto dal mezzo del mese è dannoso alle piante,
ma è buono a far nascere maschi; è dannoso invece alle femmine,
e per nascere e per il matrimonio.

(Esiodo, Opere e Giorni)

TRE RIGHE, UN LIBRO
O. Muck, I segreti di Atlantide, SIAD, 1979
Uno dei capisaldi della reinterpretazione evemeristica del mito di Atlantide, una delle fondamenta dell’Atlantide storica, al centro dell’Oceano, distrutta dalla cosiddetta Cometa della Carolina dodicimila anni fa. Un libro che, a differenza di molti suoi epigoni, si fa leggere con piacere.

IL REGALO DEL GIORNO
Acipensis (Lo storione)

Mandate lo storione alle mense del Palatino:
doni rari ornino le mense ricche d’ambrosia.

(Marziale, Xenia, XCI)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Ut carnem salsam dulcem facias (Per rendere dolce la carne salata)
Renderai dolce la carne salata, se prima la cuocerai nel latte e dopo nell’acqua.
 (De Re Coquinaria, I, VIII)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO

Tutto vince il lavoro assiduo, e la necessità sprona nei momenti difficili.

(Virgilio, Georgiche, I, 145-146)


 NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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