martedì 26 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. VII KAL. SEPT. (26 agosto)




ANTE DIEM SEPTIMUM KALENDAS SEPTEMBRES

DIES COMITIALIS (in questo giorno si possono convocare i Comizi).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
55 a.C. – inizia l’invasione della Britannia da parte delle Legioni del Divo Giulio Cesare

I MORTI DEL GIORNO
887 d.C. – muore Koko Tenno, discendente della dea Amaterasu e imperatore del Giappone.

IL NUMEN DEL GIORNO: Zefiro
Dio del vento di Ponente, figlio di Eos e di Astreo, sottoposto ad Eolo, messaggero della primavera, noto tra i romani come Favonio. E’ raffigurato come un giovane alato che tiene in mano un mazzo di fiori.
Di lui si ricordano gli amori, fortunati, sfortunati o mostruosi: tra questi ultimi dobbiamo citare quello con l’arpia Celeno in sembianze di giumenta, unione dalla quale nacquero Balio e Xanto, i cavalli di Achille. Si innamorò diGiacinto ma questi gli preferì Apollo, e Zefiro geloso si vendicò, causando la morte del giovane. Amò anche la ninfa Clori, dea dei fiori (Ovidio, nei Fasti, la identifica con la dea romana Flora), e loro figlio fu Carpo, il “frutto”. A questo proposito si dice che la grande dea Era\Iuno generò Ares\Marte toccando un fiore particolare colto da Clori; ma si dice anche che generò Ebe dopo aver toccato una lattuga ed Efesto per partenogenesi: l’assurda conseguenza di ciò sarebbe che il matrimonio tra Zeus e Era risulterebbe sterile.

IL DETTO
Vae victis! (Guai ai vinti).
Narra Tito Livio (Ab Urbe Condita, V, 48) che all’epoca in cui i Galli occuparono Roma, i padri asserragliati nel Campidoglio avevano respinto gli assalti dei barbari grazie all’intervento delle oche sacre di Iuno Moneta. Ma, sfiancati dall’assedio, accettarono di patteggiare un tributo ai Galli perché se ne andassero. Al momento di pesare l’oro del riscatto nel Foro, però, i Galli usarono delle bilance false: alle rimostranze dei Romani, Brenno, capo dei Galli, gettò sul piatto dei pesi la sua pesante spada dicendo le parole “Guai ai vinti! (Protestare, perché poi è peggio)”. Proprio in quel momento fece irruzione nel Foro l’esercito romano raccolto da Furio Camillo, che gettò la sua spada sul piatto dei romani e gridò: “Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria”, ossia: "Non con l'oro, ma con il ferro, si riscatta la Patria!”. A quel punto iniziò la battaglia che cacciò i Galli dall’Urbe.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI
Cerere per prima insegnò ai mortali come rivoltare la terra col vomere, allorché già mancavano le ghiande e gli albatrelli della selva sacra e Dodòna negava il cibo. In seguito si aggiunse anche la fatica per il frumento, quando la ruggine maligna corrose gli steli e nei campi si levò lo sterile cardo spinoso: le messi si estinguono, subentra una selva pungente con triboli e con lappole, e dentro le colture (troppo) lussureggianti dominano il misero loglio e le sterili avene. Giacché se tu non perseguiti le erbacce con l’assiduo sarchiello, e non spaventi gli uccelli col rumore, e non diradi l’ombra per l’agro (troppo) scuro, e non invochi la pioggia con preghiere, ahimé! invano guarderai la grande bica altrui, e dovrai estinguere la fame bacchiando le querce dentro le selve.
(Virgilio, Georgiche, I, 147-159)

TRE RIGHE, UN LIBRO
C. Lanzani, Religione delfica, Fratelli Melita Editori 1988
La storia dell’oracolo di Apollo (ma anche della Dea Terra prima, e di Dioniso poi) attraverso i secoli: l’universalità dell’oracolo, i suoi rapporti con la Grecia Classica (specie con Sparta) e con Roma fino alla sua chiusura, quando “tace la fonte e l’onda mormorante è ormai disseccata”

IL REGALO DEL GIORNO
Far (Il farro)

Riempi i tuoi orci plebei della farrata (puls) di Chiusi,
affinché, resili vuoti, tu beva i vini più dolci.

(Marziale, Xenia, VIII)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Porros maturos fiere (Per rendere teneri i Porri)
Mescola un pugno di sale con acqua e olio e falli cuocere lì. Mettili con olio, Salsa, vino puro.
 (De Re Coquinaria, III, X)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO

Al tempo opportuno conduciti in casa la moglie;
né dai trent'anni tu sia molto lontano
né li abbia passati da molto; delle nozze è questo il tempo opportuno;
la donna quattr’anni pubere resti, al quinto si sposi;
ma sposala vergine perché tu possa insegnarle buoni costumi.
E piuttosto sposa quella che abita a te vicino,
ma tutto ben considerando, che dei vicini il ludibrio non sposi.

(Esiodo, Opere e Giorni)



NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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