martedì 19 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A.D. XV KAL. SEPT. (19 agosto)




ANTE DIEM QUINTUM DECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES NEFASTUS PRIORE (giorno di festa religiosa pubblica, fino a mezzogiorno è illecito trattare affari)

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus priore, serenus posteriore

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
Vinalia Rustica – Festa per invocare la protezione delle vigne. I Vinalia Priora (festa del vino nuovo) si celebravano il 23 aprile.

Anniversario del tempio dedicato alla dea Venus, Venere, conscrato nel 293 a.C..

I NATI E I MORTI DEL GIORNO
14 d.C. – Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto muore a Roma all’età di 75 anni. Il Senato proclamerà la sua apoteosi come Divus Augustus.

232 d.C. – nasce l'imperatore Probo a Sirmium (Illyricum).


I NUMINA DEL GIORNO: I SATIRI
I Satiri sono divinità minori della mitologia greca (tra i Romani erano noti come “Fauni”); abitatori di boschi e montagne, barbuti con corna, coda e zampe di capra, sono raffigurati come maschi lascivi, dediti al vino (sono compagni di Pan e Dioniso), suonatori di flauto, intenti a danzare o a insidiare le ninfe. Sono una personificazione della fertilità e della forza vitale (maschile) della natura: spesso sono rappresentati con una vistosa erezione.
Tra loro i più famosi sono Sileno, l’educatore di Dioniso, e Marsia.

I SILENI sono creature simili a loro, anche se imparentati con i Centauri: hanno infatti le orecchie, coda e le zampe da cavallo.

IL DETTO
L’inverno non è finito finché l’ibis non è scomparso
Tra gli Yamana della Terra del Fuoco si racconta che un anno l’inverno fosse talmente lungo e duro che la gente ormai temeva che la primavera non tornasse più. Poi, un giorno, un vecchio vide in cielo un ibis, e gridò ad alta voce: “Sono arrivati gli ibis! E’ ormai primavera!”
Tutti corsero fuori dalle capanne a festeggiare, con grida di giubilo e risa. Ma l’ibis è un uccello sensibile e non apprezzava di essere accolto col chiasso: quando udì lo schiamazzo, si offese, se ne andò e ritardò l’avvento della primavera.
Il rinnovarsi dell’inverno fu tremendo: la neve era alta quanto mai lo era stata, i fiumi ghiacciavano, e la gente moriva di fame. Poi la collera dell’ibis sbollì e il sole tornò, tanto forte che le cime delle montagne ne furono bruciate e non vi crebbe più nulla. La gente poté tornare a cacciare e pian piano la vita tornò alla normalità.
Ma da allora gli Yamana hanno sempre trattato con ancora più rispetto l’ibis: quando lo vedono in cielo, sanno per certo che la primavera è alle porte, ma se ne stanno zitti e tranquilli, e nessuno crede davvero che l’inverno sia finito finché l’ibis non è scomparso.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI
Ora dirò con quali strumenti si coltivano i campi. Alcuni dividono questi in due categorie: uomini e attrezzi per gli uomini, senza i quali non possono coltivare: altri li dividono in tre parti, il tipo di attrezzo dotato di voce, quello dotato solo a metà e quello muto: vocale, in cui rientrano i servi; semivocale, in cui rientrano i buoi; muto in cui rientrano i carri. Tutti i campi sono coltivati da servi o da liberi o da entrambi: da uomini liberi, quando sono gli stessi padroni a lavorare i campi, come la maggior parte dei contadini molto poveri coi loro figli, o per mezzo di braccianti salariati, quando si prendono a giornata uomini liberi per svolgere i lavori più faticosi, come la vendemmia e la falciatura del fieno, e coloro che i nostri chiamarono indebitati e che ancor oggi si trovano numerosi in Asia, in Egitto e in Illiria. Di questi in generale dico che è più vantaggioso far coltivare i luoghi malsani da braccianti salariati piuttosto che da schiavi e anche nei luoghi salubri (far eseguire loro) i lavori agricoli più pesanti, come nel conservare i frutti della vendemmia e della mietitura.
(Varrone, De re rustica, I, 17, 1-3)

TRE RIGHE, UN LIBRO
A.Cattabiani, Planetario – Simboli, miti e misteri di astri, pianeti e costellazioni, Mondadori 1998
Il sottotitolo spiega da solo l’utilità di questo Oscar Mondadori per il mitofan; costellazioni (Boreali e Australi) e pianeti ad essi collegati vengono descritte con dovizia di particolari e curiosità. Per chi, in una chiara notte d’estate, vuol sfoggiare una mitica conoscenza degli astri.

IL REGALO DEL GIORNO
Plectrum (Il plettro)
Perché non ti cresca un foruncolo sul pollice tanto sfregato
Un bianco plettro d’avorio orni la docile lira.
(Marziale, Apophoreta, CLXVII)

LA RICETTA DEL GIORNO
Sul Soma
Del soma tipico si deve ricordare soprattutto che è una pianta, la pianta per eccellenza, che cresce allo stato selvaggio in regioni di montagna «al nord», da dove la si fa arrivare con grande fatica; che la parte del soma che è usata nel rito è formata dagli steli i quali, quando vengono schiacciati, lasciano colare un succo brunastro; questo succo filtrato ha anch’esso il nome di soma; negli uomini (e negli dei) che lo sorbiscono provoca una sorta di esaltazione euforica che i testi si prendono cura di distinguere dall’ordinaria ubriachezza e che ricorda, per certi aspetti, gli effetti delle sostanze allucinogene (così l’inno rgvedico X 119)
(C.Malamoud s.v. Soma. Nella mitologia vedica, in Y.Bonnefoy, a cura di, Dizionario delle mitllogie e delle religioni, BUR)   

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Regine delle arti sono la pratica e l’esperienza, e non esiste cosa che non si impari sbagliando.
(Columella, De re rustica)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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