ANTE DIEM QUINTUM DECIMUM KALENDAS SEPTEMBRES
DIES
COMITIALIS
(in questo giorno si possono tenere i Comizi).
OGGI
IUPPITER SARA’…
Velatus
priore, serenus posteriore
I
MORTI DEL GIORNO
353
d.C. – Decenzio, fratello di Magno Magnezio, da lui associato all’Impero, si
suicida dopo la sconfitta del fratello alla battaglia del Mons Seleucus. La
legislazione di Magnezio rispettò i diritti dei pagani, revocando la
legislazione antipagana di Costante (figlio di Costantino il grande e contro
cui Magnezio aveva fatto l’usurpazione) e consentendo loro la celebrazione di
sacrifici notturni.
IL
NUMEN DEL GIORNO: PIGMALIONE
A Cipro, una delle isole preferite dalla
dea Afrodite, viveva lo scultore Pigmalione, che secondo alcuni era anche il re
dell’isola. Scontento delle donne cipriote, egli aveva modellato una statua
d’avorio in forma di donna bellissima: in essa aveva concentrato tutte le
grazie del proprio ideale femminile, e alla fine se ne era innamorato. Era
arrivato al punto da vestirla, spogliarla e dormire con essa, sperando che un
giorno prendesse vita.
Così,
durante una festa di Afrodite, Pigmalione pregò la dea che, colpita da
quell’amore, gli concesse che la statua si animasse: nacque così Galatea, e
Pigmalione la sposò. Loro figlio fu Pafo, eponimo della città in cui la dea
Afrodite era maggiormente venerata.
IL
DETTO
Non bisogna picchiare i bambini
Tra
i Tapui del Gran Chaco si dice che picchiare un bambino sia un delitto.
L’origine di questa usanza viene narrata in un mito.
Si
dice che una sera gli adulti della tribù si erano radunati per una festa, e
avevano lasciato i bambini chiusi nelle capanne; ma una bambina riuscì a sgattaiolare
fuori e ad assistere alla festa: la gente ballava allegramente e beveva
abbondantemente la forte birra di mais. La madre vide la figlia, lesse la
disapprovazione nei suoi occhi, ed ebbra la picchiò e la riportò a forza nella
capanna.
La
bambina non era mai stata picchiata prima: pianse e raccontò agli altri bambini
cosa era accaduto. D’improvviso, per magia la porta della capanna si aprì e i
bambini uscirono cantando, danzando come non era mai accaduto e tenendosi per
mano a formare una catena. Mentre passavano per il villaggio tutti gli altri
bambini si unirono, finché i piccoli iniziarono a sollevarsi nel cielo e a
sparire, diventando stelle e non tornando mai più.
Ecco
perché non bisogna mai picchiare i bambini.
COLTIVARE
CON GLI ANTICHI
Non
è senza ragione se quei grandi uomini, che erano i nostri antenati, preferivano
i Romani di campagna ai Romani di città. E come in campagna quelli che se ne
stanno nel cascinale sono considerati più pigri di quelli che passano il tempo
nei campi occupati in qualche lavoro agricolo, così essi reputavano quelli che
trascorrevano la vita nella città meno attivi di quelli che vivevano in
campagna. Perciò divisero l'anno in maniera che un giorno su otto potessero
occuparsi delle questioni della città, nei sette rimanenti potessero dedicarsi
ai loro campi. Fino a che seguirono questa norma, ottennero un doppio
vantaggio: che grazie alla loro cura avevano le campagne fertilissime e grazie
alla buona salute erano più robusti, e non sentivano il bisogno di palestre greche
in città.
(Varrone, De re Rustica, II, 1-2)
TRE
RIGHE, UN LIBRO
M.
Reinhart-R.Sabuda, Dei ed Eroi – Enciclopedia mitologica, Rizzoli
Stavolta
non abbiamo bisogno neppure delle tre righe: ecco a voi i principali miti del
mondo in un libro pop-up! Indispensabile e meraviglioso!
IL
REGALO DEL GIORNO
Faenum (Il fieno)
Il tuo giaciglio si gonfi del fieno crepitante rubato alle mule.Non ci sono preoccupazioni dentro un letto duro.
(Marziale, Apophoreta, CLXII)
LA
RICETTA DEL GIORNO
Gustacium (Antipasto)
In
un piatto collocare dei pistacchi con delle albicocche, frutta secca come noci,
nocciole e datteri, quindi delle uova, dei capperi e delle olive. Per le
tartine utilizzare fettine di libum
(focaccia sacra) cosparse alcune di pasticcio di cacio con aglio, altre con un
gramolato di olive, altre ancora con l’allec
(la parte soda del lavorazione del garum)
(Dall’Appendix
Vergiliana)
IL
CONSIGLIO DEL GIORNO
Scontenti entrambi, il bue ama la soma, \ il cavallo l’aratro: a mio parere \ faccia, lieto, ciascuno il suo mestiere.
(Orazio, Epistole, I, XIV)
NB:
immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di
un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.
Adoooooro questa rubrica.
RispondiEliminaMa la ricerca filologica et culinaria impone che si faccia chiarezza sulla "Salsa" omnipresente nella rubrica gastronomica, che' mi tremano i polsi, conoscendo un po' gusti e pastrocchi dei Cives, al pesiero della nausebonda commistione. :D
Grazie dell'adorazione (pagana)! :-)
RispondiEliminaLa Salsa (liquamen) è come il Garum: talmene conosciuti che il nostro Apicio non riteneva necessario specificare.
Un po' come il nostro "sugo" che, non altrimenti connotato, è comunemente inteso come quello di pomodoro.
Il garum (e il liquamen che dovrebbe essere la parte più liquida risultante dalla lavorazione) si ricavava da interiora di pesce e pesce salato lasciato fermentare al sole. I Romani avevano strani gusti rispetto ai nostri!
Ah, ecco: era Garum ot similia, come immaginavo.. :D Pensare che era uno dei prodotti maggiormente commerciati nel mediterraneo.Ne consumavano quantita' spaventose, di quella melma.. D:
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