venerdì 15 agosto 2014

L’ALMANACCO DEL BUON PAGANO NEL MESE AUGUSTANO – A. D. XVIII KAL. SEPT. (15 agosto)






ANTE DIEM DUODEVICESIMUM KALENDAS SEPTEMBRES

DIES COMITIALIS (in questo giorno si possono tenere i Comizi).

OGGI IUPPITER SARA’…
Velatus priore, serenus posteriore

SI RICORDA IN QUESTO GIORNO
Feriae Augusti. Istituite dal Divo Augusto nell’8 a.C., si collegano ai Vinalia Rustica e ai Consualia per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia.

383 d.C. - Morte dell'imperatore Graziano in Gallia (secondo alcuni avvenne il 25 agosto). Magno Massimo (il Macsen Wledig della leggenda bretone, antenato di Artù) diviene unico imperatore in Gallia, Britannia e Hispania, benché trovi un accordo con Valentiniano II (fratello di Graziano e imperatore in Italia ed Africa) e soprattutto Teodosio I (imperatore in Oriente).


778 d.C. – Battaglia di Roncisvalle: mentre Carlo Magno si ritira dalla Spagna, la retroguardia dell’esercito è attaccata e distrutta dai Baschi. Nello scontro muoiono anche i dignitari del re Anselmo, Eggiardo e Rolando, dux della Marca di Bretagna. Il ricordo dello scontro si trasfigurerà nel tempo in modo epico, dando lo spunto alla Chanson de Roland e a diversi poemi del Ciclo Carolingio.

I MORTI DEL GIORNO
952 d.C. – Muore Suzaku Tenno, discendente di Ammaterasu e imperatore del Giappone.

IL NUMEN DEL GIORNO: L’APOTEOSI DI ERACLE
Si narra che Eracle, figlio di Zeus ed Alcmena, avesse compiuto la sua ultima impresa vendicandosi di Eurito, re di Ecalia, e catturando come bottino sua figlia Iole. Dopo aver innalzato altari di marmo e consacrato un bosco al padre Zeus, decise di fare un grande sacrificio; mandò quindi il suo servo Lica a Trachis per chiedere a Deianira, moglie dell’eroe, la camicia che egli indossava in simili occasioni.  
Eracle sembrava deciso a far vivere Iole come sua amante sotto lo stesso tetto della moglie. Così Deianira, che stava invecchiando, ricordò un vecchio episodio: appena sposata ad Eracle, dovevano attraversare un fiume; il Centauro Nesso si era offerto di trasportare la donna sulla groppa, ma in mezzo al fiume aveva cercato di portarle violenza; Eracle aveva scagliato le sue frecce intrise del veleno dell’idra e aveva colpito l’aggressore, ma questi, prima di spirare, aveva detto a Deianira di raccogliere il sangue che sgorgava dalle sue ferite, poiché con esso si poteva fare un filtro d’amore che avrebbe legato a lei per sempre il marito. Così Deianira, che aveva preparato una camicia nuova, la strofinò con il sangue del centauro, e la spedì a Eracle.
L’eroe stava facendo i sacrifici, ma il calore della pira attivò il veleno: Eracle si sentiva bruciare la pelle; cercò di levarsi la camicia, ma essa aderiva al suo corpo, e assieme alla stoffa si strappò anche brandelli di carne; cercò di buttarsi in un fiume, ma il veleno divenne sempre più potente, e le sorgenti divennero calde, dando il nome a quel luogo: le Termopili.
L’eroe nel suo dolore urlava, sradicava gli alberi, distruggeva i massi, ma nulla riusciva a placarlo: scoprì che Deianira era stata ingannata, e che si era suicidata, e allora si fece realizzare una pira funebre sul Monte Eta. Salì sopra la legna, ma nessuno osò dare fuoco. Solo un pastore che passava da quelle parti obbedì all’ordine, e in premio Eracle gli donò il suo arco e le frecce restanti: quel pastore era Filottete, e divenne famoso nella Guerra di Troia.
Le fiamme bruciarono il corpo di Eracle, e le folgori caddero dal cielo sulla pira: la parte mortale del corpo dell’eroe fu distrutta, e rimase solo quella divina, figlia di Zeus. Avvolto in una nube divina, circondato da un rombo di tuoni, Eracle ascese all’Olimpo: lì Era lo perdonò, lo adottò come figlio, e l’eroe ebbe in sposa Ebe, la dea della giovinezza. Da questa unione nacquero Alessiare ed Aniceto. Il figlio di Zeus divenne il portiere del cielo.  

IL DETTO
Figlio del Cielo sul Trono del Drago
L’epiteto classico degli imperatori cinesi. Il titolo di “Figlio del Cielo” nasce sotto a dinastia Zhou (1121-222 a.C. in varie dinastie): l’imperatore è l’intermediario tra Cielo, terra e uomini; si proibiscono i sacrifici umani e scompare l’uso delle ossa oracolari tipico della precedente dinastia Shang. Il Drago è in Oriente il simbolo maschile per eccellenza: in Cina è considerato un essere benigno e di grande saggezza: si dice che alla sua morte l’imperatore volasse in cielo in forma di drago fino a un grande palazzo al di sopra delle nuvole, invisibile ai mortali.

COLTIVARE CON GLI ANTICHI
Chi ara l’oliveto domanda il frutto; chi lo concima lo invoca; ma chi lo pota lo costringe a produrlo.
(Columella, De re rustica, V)


TRE RIGHE, UN LIBRO
A. Collins, Gli ultimi dei, Sperling & Kupfer, 1997
Tra le reinterpretazioni del mito del Diluvio e dei Figli di Dio, ecco quella che vede protagonista una razza superiore dalle conoscenze avanzate, che si sarebbero spostati dall’Egitto di 9.000 anni fa alle montagne del Kurdistan. Divertente.

IL REGALO DEL GIORNO
Concha (La conchiglia)
Diventi liscio il papiro, sfregato
Da una conchiglia marina, la penna
Scorrerà più veloce.
(Marziale, Apophoreta, CCIX)

LA RICETTA DEL GIORNO (a cura di Gavio Apicio)
Dulcia piperata (Dolci al pepe)
Triterai pepe, pinoli, miele, ruta e vino passito, cuocerai con latte e sfoglia di farina. Cuoci l’intingolo con poche uova. Servirai dopo averlo cosparso di miele e pepe.
(De Re Coquinaria, VII, XIII)

IL CONSIGLIO DEL GIORNO
Più si rifiuta, e più gli dei concedono.
(Orazio, Odi, III, 16, 21)


NB: immagini, video e traduzioni non mi appartengono e sono qui solo a corredo di un divertissement. Questo blog non ha fini di lucro.

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