Abbiamo iniziato QUI e continuato QUI
la narrazione di come Zeus Padre... sia stato in due casi Zeus
***Madre***! Ovvero, benché fosse rimasto il maschio più virile dei
tre mondi, il dio del Cielo Luminoso poté partorire, sebbene in modi
abbastanza singolari.
Oggi racconteremo di come un dio
(maschio) si tramutò in animale (femmina). Di come fu ingravidato
(!) e di come partorì. E non si tratta di uno degli dei creatori per
eccellenza, anzi...
Loki in un antica lapide |
Di Loki (altresì detto Loprt) si
narrano tante nefandezze e tante imprese.
Figlio di Laufey e del Fulmine
Globulare, di lui si dice che fosse infido come il fuoco distruttore.
Si dice anche che avesse una lingua tagliente, che fosse sfacciato,
crudele, un travestito per necessità, uno spergiuro, un assassino e
un istigatore all'assassinio.
Si sa che procurava guai, ma che sapeva
risolverli quando gli Aesir, gli dei Norreni, non erano in grado di
uscirne.
Loki era il padre di Hela, la Signora
della Morte, di Fenrir, il Lupo del Destino, e di Jormungandr, il
Serpente del Mondo: progenie nefasta per gli dei.
E fu padre di Nari e Vani, sfortunati
figli destinati a un crudele fato.
Gli scaldi nordici narrano anche di
come Loki fu non il padre, ma la madre di... beh, seguiteci e lo
scoprirete, perché la storia è singolare.
Ecco come andarono le cose.
Asgard secondo un illustratore recente; in primo piano Bifrost, il Ponte dellìArcobaleno |
Come in tutte le saghe il primo passo da fare è un
passo indietro.
La dimora degli dei, Asgard, aveva
bisogno di mura. La guerra tra le due famiglie divine di Aesir e
Vanir era stata perniciosa, ma era stata risolta con lo scambio di
ostaggi: i danni della guerra erano però evidenti.
E nella mente di Odino c'era sempre la
visione del Ragnarokkr, la battaglia finale tra le forze degli dei e
quella dei nemici. Orde di avversari mostruosi che si scatenavano
contro le dorate dimore degli dei, giganti del Gelo e del Fuoco,
schiere di morti malvagi...
Basta. Asgard doveva giustificare il
suo nome, e diventare un vero e proprio “recinto” (-gard)
degli Aesir, circondato da mura.
C'era un piccolo problema: dove trovare
i bastioni adatti a respingere tali nemici?
Midgard, il “Recinto di Mezzo”, il
Mondo degli Uomini, era circondato dalle ciglia di Ymir
Padre-Dei-Giganti, che formavano alte mura. Ma dove trovare qualcosa
di simile?
Mentre Thor, l'ammazza-giganti, era
altrove impegnato nel suo “Ragnarokkr preventivo”, ovvero a
caccia di mostri, o magari alla battuta di pesca al Serpente del
Mondo, alla porta di Odino giunse un tipo robusto, di professione
muratore.
Il “Maestro del Muro” aveva saputo
delle esigenze degli dei, disse, ed era qui a proporre un
“preventivo”: si offriva di costruire lui i bastioni di Asgard.
Li avrebbe fatti a regola d'arte, disse, mura talmente possenti da
respingere i Giganti del Ghiaccio.
E l'avrebbe fatto in sole tre stagioni.
E da solo, senza apprendisti o compagni
di muratoria.
Il prezzo, poi, era modico: solo il
Sole, la Luna... e naturalmente la bellissima Freya, la dea
dell'Amore come sposa.
Se avesse fallito... beh, gli Aesir si
tenessero pure ciò che avrebbe fatto fino a quel punto.
Gratis.
Gli dei si indignarono: il prezzo era
esorbitante. Loki propose di farlo lavorare e poi di farlo fuori e
non pagare. Gli Aesir rifiutarono una vigliaccata così grossa.
Ma avevano bisogno di mura, ed erano
piuttosto avidi: l'idea di non pagare per anche parte dell'opera non
sembrò loro così sgradita...
Loki tornò alla carica e insisté
perché accettassero.
Se proprio non potevano rinunciare
all'opera del muratore (altri preventivi non si vedevano, l'opera era
persino più imponente del Ponte sullo Stretto del Sjaelland!), che
lo mettessero nelle condizioni di non poter rispettare i patti, e
tenersi ciò che avrebbe fatto.
Gli dei del Nord erano piuttosto
formalisti. Non esperti di cavilli, certo, ma se il cavillo si poteva
trovare e ci si poteva guadagnare...
Che Loki spiegasse bene cosa intendeva!
E il subdolo dio (mezzo gigante, a dire
il vero) suggerì che il tempo a disposizione del muratore fosse
ridotto a una sola stagione. Se avesse ritardato anche solo di un
giorno, come promesso dal muratore, tutta l'opera compiuta sarebbe
rimasta agli dei, e l'artigiano se ne sarebbe dovuto andare senza
alcuna paga.
Loki in una interpretazione moderna |
Ah, Loki!
Questo Nelson dei Simpson scandinavo
non si sarebbe mai perso l'occasione di prendere crudelmente in giro
il muratore allo scadere del periodo, quando l'artigiano si sarebbe
reso conto di aver lavorato per nulla!
Gli dei forse si guardarono un po'
istupiditi (succedeva sempre quando Loki iniziava a “intortarli”).
Tyr, il dio della giustizia, come al solito si oppose al tranello,
Heimdall, il Guardiano del Ponte dell'Arcobaleno propose come al
solito di staccare la testa a Loki, poi tutti si bevvero una birra, e
qualcuno iniziò a ridacchiare. Una sola stagione per fare le mura di
Asgard! Assurdo.
Un'opera immane, un muratore da solo...
Lavoro gratis...
Loki, forse, aveva avuto una buona
idea!
E così Odino fece la controproposta:
se il muratore avesse compiuto il lavoro da solo ed entro l'Estate,
avrebbe avuto la mercede richiesta.
Toccò al muratore grattarsi la testa:
i tempi di costruzione erano stati radicalmente ridotti. L'idea di
una proroga e di una variante modello Autostrada Salerno-Reggio
Calabria non faceva parte della mentalità di questi dei nordici.
Così chiese una sola cosa: di potersi
aiutare con un suo cavallo. E che gli dei giurassero di mantenere i
patti su ciò che avevano di più sacro.
E Loki insisté che glielo si
concedesse: si desse pure allo sciocco artigiano l'illusione di
potercela fare...
Odino accettò, tutti giurarono con
leggerezza e allegria, probabilmente tutti si versarono un bel po' di
birra e idromele, e il giorno dopo gli dei si alzarono a vedere
l'inizio dei lavori.
Le facce sorridenti e beffarde di Loki
e degli dei durarono poco.
Svadilfari e il muratore |
Il muratore aveva iniziato di buon
mattino il suo lavoro, e presto gli Aesir si resero conto che
l'artigiano era più veloce di quanto avrebbero mai potuto
sospettare. Tagliava massi enormi e li metteva al loro posto con una
rapidità soprannaturale.
Il vero segreto del suo lavoro, però,
era il suo cavallo Svadilfari: robustissimo, fortissimo,
instancabile. Trascinava apparentemente senza sforzo gli enormi massi
per tutta la distanza tra le montagne e Asgard. E appena il suo
padrone li aveva messi a posto sul muro che si alzava, il destriero
era pronto a ricominciare la sua fatica.
Pochi giorni e nessuno più sorrideva
nelle case ricoperte d'oro. Le mura salivano giorno per giorno, e un
paio di calcoli fecero capire che il muratore avrebbe completato
l'opera ben prima dell'Estate.
Quanto a Freya, i suoi bellissimi occhi
erano pieni di lacrime: per lei, l'idea di un matrimonio con un rozzo
artigiano era semplicemente inconcepibile!
Gli dei si guardarono in faccia: chi
aveva spinto i Poteri del Nord in una strada senza uscita?
Ovviamente i fumi dell'idromele erano
finiti.
E tutti si ricordarono delle insistenze
di un dio dalla lingua lunga e mezzo gigante...
E mentre Heimdall iniziò ad affilare
la sua spada, Loki iniziò a pensare che forse stavolta l'aveva fatta
davvero grossa.
Il seguito al prossimo post!
Asgard nella visione di Jack Kirby da The Mighty Thor della Marvel |
Alcune piccole note...
A qualcuno potrà sembrare strano ed
empio accusare gli Aesir di avidità come abbiamo detto. Eppure, come
dimostra anche la storia di Ottur e del tesoro di Fafnir, l'oro non
era all'ultimo posto nelle preferenze di Odino e famiglia.
“Maestro del muro” è il calco
dall'espressione che definisce i muratori nel Campidano: “maist'e
muru”, così come “su maist'e linna” (“maestro del legname”)
è il falegname.
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