giovedì 21 ottobre 2010

MIGRAZIONI – E tui, de chini sesi? 3


La Sardegna come crocevia delle popolazioni del Mediterraneo. Non uno slogan da turismo moderno, ma la “realtà” del mito antico, come vedremo.
Abbiamo accennato agli Indigeni, provenienti da chissà dove. Abitatori della Sardegna originari, o forse etichetta generica per indicare “chi c’era già quando raccontiamo di una nuova migrazione”.
Oggi iniziamo a fare nomi e cognomi, anche se solo di popoli e, non ancora, di eroi. O forse sì.
In rigido ordino geografico assolutamente casuale, parleremo delle immigrazioni che raggiunsero la Sardigna partendo da Nord.

Plinio il vecchio ci informa che le più note popolazioni della Sardegna (escludendo Romani e coloni fenicio punici) erano gli Iliesi, i Balari e i Corsi. E proprio da questi partiremo.

L’isola di Corsica non è molto distante dalla Sardegna. Anzi: vi è praticamente attaccata. La Corsica era chiamata così dai suoi abitanti (i Ligues, ci dice Pausania), mentre i Greci al chiamavano Cirno. Per Paolo Diacono (storico dell’ottavo secolo d.C.) la Corsica prese il nome da Corso, un suo capitano, mentre la Sardigna da un figlio di Ercole.
Sta di fatto che (ancora Pausania dixit) parte dei Corsi si trasferì in Sardegna e occupò una porzione dei monti isolani. Non è ben chiaro perché l’autore dice che questi immigrati ricevettero dagli indigeni il nome di Corsi: non se lo saranno portati da casa loro stessi?

Ma chi erano questi Ligues? Il nome è quello greco per un popolo che i Romani chiamavano Ligures, i Liguri, stanziati sulle coste del Mar Ligure in un’area che dall’attuale Liguria (viva la fantasia!) arrivava fino al Rodano. Ancora oggi si discute se siano stati una popolazione pre-indoeuropea o invece affine a Celti e Umbri.
Diodoro Siculo, altro tipaccio che abbiamo già conosciuto e che ritroveremo spesso su questi post, ci dice che i mercanti Liguri erano dei navigatori arditi. Su barche che, a detta del siceliota, erano peggiori di una zattera e che di barche quasi non avevano nulla, affrontavano in maniera stupefacente le tempeste del Mare di Sardegna e di quello di Libia.
Zonara, uno storico medievale bizantino, ci dice che durante le rivolte in Sardegna contro i Romani, accanto ai Corsi si sollevarono più volte anche i Liguri.
A questo punto dobbiamo immaginare che, nonostante le scadenti barche, i Liguri si fossero stanziati anche in Sardegna. La logica c’è: se navigavano fino alla Libia, la Sardegna era un punto di sosta obbligato tra le loro basi di partenza e quelle d’arrivo. Se poi avevano dato il nome alla Corsica, forse da loro discendevano quei Corsi migrati in Sardegna.
Nella narrazione della rivolta Zonara ci regala una delle pagine più tragiche della storia sarda: visto che le scorrerie romane non ottenevano quasi nulla, perché i ribelli si nascondevano in boschi e grotte, il generale romano Pomponio si fece mandare da Roma cani da fiuto. Dotati di queste “armi” i Romani riuscirono a stanare gli avversari, uccidendone molti e costringendo i sopravvissuti alla resa.

Fin qui questi due popoli.
Ma un nome mitico ce lo possiamo regalare già in questo post: è quello di Forco, uno dei “Vecchi del Mare” della mitologia greca, assieme ad Oceano, a Nereo e a Proteo.
Secondo Servio, in ciò seguace di Evemero, Re di Corsica e Sardegna fu un tempo proprio Forco. Non sappiamo se Servio intendesse che entrambe le isole erano unite, o semplicemente che Forco fosse il re dei Corsi stanziati sulle due sponde delle Bocche di Bonifacio.
Comunque Forco affrontò in battaglia Atlante e il suo esercito: fu una catastrofe. Il re dei Corsi ne fu sconfitto sia sul mare che sulla terra.
A questo punto Forco scomparve, e i suoi compagni credettero che fosse divenuto una divinità marina.

Un re divenuto dio: non male per un popolo cui i Romani (citando un grande poeta e cantante ligure anche lui immigrato in Sardegna) diedero la caccia come se fosse stata selvaggina!

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