martedì 7 settembre 2010
MIGRAZIONI – Corna, bugie, spergiuri e tribunali 1
I cretesi? Erano tutti dei gran bugiardi.
Ce lo garantisce Epimenide, che era cretese, e se non conosceva lui i suoi compatrioti... generando così un bel paradosso: se Epimenide diceva la verità, almeno un cretese (Epimenide stesso) non sarebbe stato bugiardo. Ma se diceva la verità, allora tutti i cretesi sono bugiardi, quindi anche lui, quando afferma che tutti i cretesi sono bugiardi, mente... e così via all'infinito.
Ci interessa proprio tanto questo sproloquio? Beh, sì.
Intanto perché i Cretesi (bugiardi?) dicevano che Zeus non solo è nato a Creta, ma lì muore ogni anno e ogni anno risorge. Tanto che ne mostravano la tomba. Zeus, il padre immortale degli immortali, che muore? Mah...
Poi perché proprio da Zeus derivò la stirpe che rese celebre Creta. Una stirpe che ha avuto degli strani rapporti (in senso letterale, a volte) con i tori, con le bugie e con i tribunali. E soprattutto dei veri “extracomunitari” dell'epoca eroica: erano cioè barbari di origine.
Ma andiamo in ordine.
Erodoto di Alicarnasso (padre della storia e pare gran bugiardo anche lui, benché non fosse un cretese) dice che il primo rapimento avvenuto tra Asiatici e Greci fu quello che coinvolse Europa, figlia di Agenore.
Costui lo abbiamo già nominato nella strana genealogia di Danao: sarebbe discendente di Io, la figlia del fiume Inaco (nell'Argolide) concupita da Zeus e (si dice) trasformata in vacca. Comunque sia andata, Agenore, fosse o meno un greco emigrato di terza generazione, regnava sulla costa libanese o giù di lì.
Sua figlia Europa (toh! L'eponima del nostro continente era nata in Asia!) giocava sulla riva del mare quando il bisnonno Zeus, evidentemente non morto, ma anzi ben vitale, la vide e la concupì.
A Zeus piaceva sollazzarsi con le belle donne mortali, fossero o meno sue parenti. Ma temeva l'ira della mogli legittima, Era, quindi amava trasformarsi per godersi in incognito le sue conquiste.
Invece che mutarsi in passerotto bagnato, in cigno, nel marito della spasimata o in pioggia d'oro (i mitografi non sono per lo più cretesi, quindi bisogna dar loro credito), stavolta si tramutò in toro, un bellissimo toro.
Questo toro\Zeus andò pigramente sulla spiaggia dove giocava Europa. Le fanciulle che accompagnavano la principessa si spaventarono, ma lei no: il toro sembrava così mansueto...
Europa trovò il coraggio, e iniziò a mettere ghirlande sulle corna del toro: lui stava quieto, anzi si accovacciò. Europa trovò un altro po' di coraggio e, spinta dalla curiosità, si sedette in groppa del nostro toro (honni soit qui mal y pense).
D'improvviso la bestia si alzò con Europa in groppa, e scattò verso il mare: la povera fanciulla si strinse alle corna per non cadere, e dopo poco tempo vide la riva allontanarsi. Immaginiamo che Europa non sapesse nuotare, e che Zeus\toro fosse veramente infaticabile (ancora una volta non pensate male... per ora, almeno!), perché portò la sua preda fino a Creta.
Qui il dio del cielo riassunse la sua vera forma, sedusse la ragazza (possiamo immaginare in quale stato mentale fosse la giovane) e la mise incinta.
La ragazza poi fu accasata con Asterione, il re del paese e privo di figli: matrimonio riparatore, certo, ma Zeus tornò più volte a trovare la sua amata, perché, dicono i mitografi cretesi e non cretesi, i figli di questa unione furono ben tre: il famoso Minosse, il fratello quasi altrettanto famoso Radamanto, e Sarpedone, destinato a minor gloria.
Alla morte di Asterione questi tre baldi immigrati avrebbero preso il potere, dando origine alla seconda delle grandi famiglie nobili della Grecia: discendenti di una straniera e di sangue non esattamente greco puro.
Solo che ci furono problemi tra fratelli, e Minosse prevalse sugli altri solo perché si rivelò un sovrano adatto a un popolo di bugiardi.
Sfidato a provare il suo diritto al trono, Minosse invocò suo zio Poseidone, fratello di Zeus, affinché mandasse un segno che confermasse le sue pretese: se il dio delle acque avesse mandato non un cavallo (animale a lui sacro), ma l'animale di famiglia, un toro, Minasse glielo avrebbe sacrificato. E subito dal mare si levò un toro bellissimo: gli altri pretendenti tacquero, sconfitti.
Solo che il toro era davvero troppo bello, e forse ricordava “papà” al nuovo re. Sta di fatto che, una volta vinta la disputa, Minosse non si sentì di immolarlo in sacrificio come aveva promesso.
E qui il nuovo re, che sarebbe stato ricordato per la giustizia delle sue leggi, fece il furbo e lo spergiuro: rinnegò la parola data, fece un sacrificio alternativo (ma meno oneroso) e pensò che le cose sarebbero finite lì.
Per sua sfortuna non sarebbero finite lì...
Alcune piccole note...
Le monete greche da due euro ricordano proprio il mito del rapimento di Europa.
Alla scomparsa di Europa, Agenore fu disperato: ordinò ai suoi figli di cercare la ragazza e di non tornare senza di lei. Nessuno la trovò, e nessuno tornò, ma divennero immigrati famosi, eponimi di terre famose. I nomi dei suoi figli erano Fenice (eponimo della Fenicia, più o meno l'attuale Libano), Cilice (eponimo della Cilicia, regione costiera dell'Anatolia davanti a Cipro) e Cadmo: ma questo è un altro celebre immigrato in Grecia, e ne racconteremo la storia.
Sconfitto da Minosse nella disputa per il trono, Sarpedone migrò in Licia (secondo una versione fondò la città di Mileto). Radamanto rimase a Creta e fu il redattore delle leggi talmente buone che, alla sua morte, gli dei scelsero proprio Radamanto come uno dei giudici infernali.
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