venerdì 2 aprile 2010
TUTTI FIGLI DI EVEMERO\ REMYTHS - Demoni assassini, cagnoloni e viaggi nel tempo
Prima o poi vi parleremo anche di "Age of Bronze", la saga USA che rinarra in maniera evemeristica e archeologicamente "aggiornata" la Guerra di Troia.
Ma visto che, in attesa delle epiche avventure di Atenodoro l'Acheo, anche il fumetto italiano ha fatto una puntata sulla piana dello Scamandro, perchè non commentare questo Lilith numero 1 ("Il segno del Triacanto"), uscito per i tipi della Bonelli nel novembre 2008 e giunto tra le mie adunche mani colpevolmente in ritardo?
Il fumetto, scritto e disegnato da Luca Enoch, risente del suo essere il numero uno di una serie prevedibilmente pluriennale (anche perchè la cadenza delle uscite è semestrale!): molta, forse troppa carne al fuoco tra presentazione di protagonista, missione, comprimari e della terribile minaccia con i suoi sgherri.
Se poi si aggiungono da un lato la necessità di "dare il nome da battaglia" al personaggio una volta che abbia capito in cosa consisterà davvero la sua missione, e dall'altro la trovata dei viaggi nel tempo, ecco che la lettura di questo numero uno risulta non agevolissima.
Ma che c'entra tutto ciò col mito e con Troia?
C'entra, c'entra... perchè la prima missione della giovane Lyca, partita da un futuro lontano per giungere in diversi tempi del passato ed eliminare la minaccia che ha condannato la sua civiltà ad una vita sotterranea, questa missione, appunto, si svolge nell'ultimo anno dell'assedio di Wilusa la ventosa: la superba Ilio di cui cantò Omero.
E qui Enoch non resiste alla tentazione della razionalizzazione evemerista, ovvero di spiegare "razionalmente" e "scientificamente" tutto ciò che agli antichi doveva apparire sovrannaturale.
Visto che Lilith un fumetto di avventura fantascientifica in cui "tutto deve tornare", di immaginario ci possono essere solo i presupposti di immaginazione scientifica (viaggio nel tempo, modificazioni genetiche, ibridi...).
Sulla linea di un "Hyperion" ma anche, come detto, di "Age of Bronze", ecco così costruirsi un assedio umano, troppo umano.
Sulla piana di Taruisa, gli Achei\Ahhiya sono ingordi assedianti, con un Akireu\Achille sicuramente non invulnerabile, ma violento saccheggiatore delle città satelliti per sfiancare la città principale; armi e armature sono "filologicamente" corrette dal punto di vista archeologico; Troia appare secondo le ricostruzioni più recenti; scompaiono Elena e Paride, e l'assedio è motivato da questioni economiche.
Ma soprattutto il cavallo di Troia diventa una torre d'assalto e la conquista dei greci viene favorita da un terremoto... e così abbiamo così due spiegazioni del "cavallo di Troia" in una! Tra gli studiosi razionalisti c'è, infatti, chi sospetta che dietro il mito del cavallo di legno si nasconda una macchina d'assedio a forma di questo animale (e non del succssivo "ariete"), e altri che tirano in ballo Poseidone, dio del mare, ma anche dei cavalli (guarda un po'!) e dei terremoti: proprio un sisma, secondo alcuni dati archeologici, avrebbe fatto crollare parte delle mura di quella che viene identificata come la "Troia omerica".
Quanto agli dei, latitano. Abbiamo, in realtà solo un abbaglio, un'illusione: Lyca stessa viene scambiata per una dea sia dai Troiani che dagli Achei.
Ma anche i suoi poteri sono "spiegabili": è frutto di una mutazione genetica e di innesti non meglio spiegati, che le danno una forza sovrumana e una pelle invulnerabile; vola grazie a un suo "famiglio" (un cagnone\pantera parlante, volante e invisibile a tutti tranne che a Lyca); sarà lei a determinare la rovina di Akireu (Lyca è una citazione da Apollo Licio oltre che della "fanciulla peduta" di William Blake?), togliendogli la luce del sole... E leggete l'albo per sapere ciò che significa!
Per il resto la vicenda presenta alcune variazioni rispetto a Omero: oltre all'assenza di Paride ed Elena di cui abbiamo detto (ma anche di Menelao), Aiace Telamonio viene ucciso da Lyca così come un eroe troiano che leggendariamente era destinato a ben altro. Inoltre la ragazza è implicata anche nella "nascita" di Omero... sì, perchè c'è anche Omero che "assiste" in diretta a gran parte degli avvenimenti narrati!
Quanto al nome di Lilith, beh, la nostra eroina se lo merita. In preda a un furore berserk fa stragi, e la sua missione per distruggere un parassita che porterà alla rovina del nostro futuro, implica che sia una spietata assassina. Così un giovane fanciullo le darà il nome di Lilitu, la demone mesopotamica "portatrice di disgrazia, malattia e morte", come ci specifica in nota Enoch.
Ma visto che "Lilitu" è un nome che forse si poteva usare nella Troade ella tarda età del bronzo, ma non così attraente da un punto di vista editoriale, ecco che il cagnone si prepoccupa di dare l'equivalente ebraico di Lilitu, ovvero il nome della prima moglie di Adamo: la nostra Lyca rinnega il suo nome, e prende quello più spietato di Lilith.
Peccato che tra gli ebrei Lilith avesse abdicato lo sterminio generalizzato per concentrarsi sull'uccisione solo di bambini, cosa che non vedremo facilmente in un albo Bonelli!
Per la pagina di Lilith sul sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore clicca qui!
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3 commenti:
Bella rece. Continuo a pensare che Enoch infarcisca le sue storie di complessità fini a se stesse, mancando dei personaggi credibili, capaci di coinvolgere il lettore (me almeno...).
Lyca (nonostante il suo passato), Achille (anche se umanizzato) e i comprimari tutti sono bidimensionali, non emergono... forse sono fin troppo "credibili", direi banali.
Come conseguenza emerge molto lo scenario, cosa in cui Enoch si è concentrato davvero, ma che da solo non può dare senso a una storia.
Leggeremo il secondo numero (di una mitologia diversa... quella dei pirati) e vediamo!
http://gregorypanaccione.blogspot.com/2009/07/projet-bd-gwaus.html
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