lunedì 11 maggio 2009
Tutti figli di Evemero - Le domande del Dottor Asimov 1
Ci siamo detti che l’ipotesi ufologica è solo l’ultima delle variazioni cui ha portato la logica dell’evemerismo, ovvero dell’interpretazione razionalistica che vede l’origine dei miti nel ricordo deformato di imprese “umanamente e scientificamente” possibili, compiute da esseri umani.
Ovviamente l’ipotesi UFO non può che farci venire in mente la SF (Science Fiction).
Essa, talvolta con veri accenti “mitici” (vedi la saga di Ilium di Dan Simmons che pesca dalla Guerra di Troia), talvolta con un razionalismo fantastico, riserva non poche sorprese agli appassionati del mito.
L’opera di Isaac Asimov è, apparentemente, quanto di più lontano esista dal mito: scienziato e divulgatore di “scienza pura” (e dura: era PhD in chimica), Asimov ha sviluppato negli anni uno stile di scrittura che ha portato i suoi racconti e romanzi sempre più spesso nel regno dichiarato del mystery classico… ovvero il “giallo” alla Sherlock Holmes, per intenderci.
Tutto era razionale, scientifico, spiegabile e riproducibile. Certo, magari basandosi su oggetti e concetti non ancora utilizzabili dall’uomo di oggi, ma per Asimov l’irrazionale non trovava spazio.
Eppure neanche il buon dottore poteva sfuggire all’episodio, all’argomento, all’idea del mito.
E lo faceva talvolta pescando dal sostrato culturale Yiddish (la sua famiglia era emigrata dalla Russia negli USA): se proprio non vogliamo riprendere l’ormai classica relazione di discendenza tra il Golem e gli amati robot Asimoviani, se non vogliamo disquisire della “percezione” che gli abitanti della Galassia hanno su quello che possiamo chiamare il “mito” della Seconda Fondazione, possiamo leggere con “occhio mitico” alcuni dei suoi racconti più celebri e vedere cosa si può trovare.
Se avrete pazienza nei prossimi post cercheremo insieme.
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