Immagine tratta da http://www.g-web.it/allegati/noah-s-ark_6761.jpg |
LA VITA QUOTIDIANA
AL TEMPO DEL DILUVIO
Il film
“Noah” ha riportato alla luce alcuni dubbi che l’uomo comune occidentale si è
posto nel corso della sua formazione, ma che poi ha rimosso con un’alzata di
spalle e la canonica risposta: “In qualche modo avranno fatto!”
Sono dubbi perfino
più strazianti di quelli come “Ma se c’erano solo Caino e Abele (Set è arrivato
dopo), con chi hanno fatto figli?”, e riguardano la vita sull’Arca. C’era
spazio? Si mangiava bene? E soprattutto **cosa** si mangiava?
Ora: stiamo
parlando dell’Arca di Noè, non quella dell’Alleanza (lì sappiamo che si
stava stretti, viste le dimensioni e tutto quello che vi era stipato dentro).
Si, quella del Diluvio Universale (o
particolare che fosse) di cui abbiamo narrato in altre epoche le varianti azteche, cinese, indù.
E questi
dubbi vennero prima di noi a pii Rabbini che, con un pizzico di fantasia
condita con ragione e tanta dottrina, hanno risolto secoli fa i nostri dubbi.
Vediamo un
po’ di illustrare le risposte ai principali problemi.
L'immagine è presa dal web, ma copia di questo puzzle troneggia nel mio salotto! |
1) LO SPAZIO
L’Arca non
era immensa, questo è un dato di fatto. Anche senza appellarsi a
interpretazioni sulle misure, la nave era una sorta di parallelepipedo di legno
di cedro impeciato con calce e bitume: Dio in persona la disegnò con tre ponti,
lunga 300 cubiti da poppa a prua, larga 50 cubiti da una fiancata all’altra e
alta 30 cubiti dal boccaporto alla chiglia, e un tetto alto un cubito; una
porta su un lato per l’accesso. Ogni ponte era diviso in centinaia di cabine
destinate alle diverse specie.
Già: le
specie.
Senza tener
conto di figlie adottive provenienti da Hogwarts, nell’Arca di dovevano stare
Noè e la moglie (Naamah figlia di Enoch), i suoi tre figli Sem, Cam e Jafet con
rispettive mogli (figlie di Eliakim figlio di Matusalemme) e figli; e poi non
due coppie di animali come si dice spesso sulla scia della Genesi 9.19, ma sette
paia di animali puri, compresi gli uccelli puri, e due di animali impuri
inclusi i rettili. I Liocorni erano evidentemente considerati impuri [1] ma
erano ritardatari; i dinosauri, da buoni rettili, dovevano essere a coppie, ma
anche loro erano troppo pigri o troppo superbi per imbarcarsi sull’Arca, e
meritarono lo sterminio[2]. E comunque una coppia di Tirannosauri, per quanto
giovane, avrebbe di certo creato qualche problemino durante la navigazione.
Un Re'em? O solo un "banale" unicorno? |
Nell’Arca
trovarono posto anche alcuni spiriti erranti e alcuni animali mitologici. A una
coppia di giovani Reem [3], piccoli d’età ma troppo grandi per stare nelle
cabine, furono legati i corni in modo che le narici si appoggiassero sulla
poppa; essi nuotarono dietro l’imbarcazione: non sappiamo se fornissero loro la
forza di propulsione, anche se sembra verosimile che la barca si muovesse per
pura volontà divina (o si abbandonasse ad essa).
Seguono poi
le eccezioni al sistema delle coppie, dovuta ad esigenze “tecniche”: la Fenice
salì da sola, poiché essa non ha compagno. E’ appena il caso di notare che
essa, benché non segua il dettame divino del “Crescete e moltiplicatevi” [4] è
un animale benedetto, poiché a differenza di tutti gli animali che si trovavano
nell’Eden, rifiutò di mangiare il Frutto Proibito che le fu offerto da Eva.
Il gigante
Og [4], figlio di Hiya (figlio di Shemhazai) e di una donna che poi aveva
sposato Cam, si aggrappò a una scala di corda, fu nutrito da Noè, si dichiarò
suo schiavo ma poi se ne andò senza salutare. Ingrato? A dire il vero non
sappiamo se il gigante, in realtà, si sia anchilosato le mani o si sia
addormentato e sia caduto in acqua senza che nessuno se ne accorgesse!
Se il
Leviathan e Rahab vivevano nel mare, possiamo pensare che l’uccello Ziz [5] avesse
posto nell’Arca, così come Behemot [6], che pure sapeva nuotare: dove potessero
essere inseriti animali così enormi è un problema che neppure i più saggi hanno
risolto.
Da notare
che Dio aveva previsto che potessero entrare nell’Arca solo i maschi che si
accoppiavano esclusivamente con le femmine della specie e le femmine che
accettavano di essere montate dai maschi (e non viceversa :-p ), poiché ormai non
solo gli uomini violavano i comandamenti divini.
Tenendoci
bassi con le cifre, calcolate le circa 6.500 specie di rettili [7], fingendo
che tutti le circa 5400 [8] specie di mammiferi fossero tutte impure (giusto
per ammortizzare il numero di specie di mammiferi marini che, ovviamente,
sguazzarono allegre per il mondo sommerso [9]), e le circa 10.000 specie di
uccelli [10], abbiamo circa 20.000 coppie, ovvero 40.000 animali di tutte le
taglie.
Invochiamo la dea Matematica perché l'Errore non ci inganni.
Teniamo conto
delle misure della nave: 300x50x30 cubiti = 450.000 cubiti cubi, con 1 cubito =
44,45 cm in media [11]. Ovvero lo spazio complessivo era di circa 20.000.500 cmc,
che diviso per i 40.000 animali ci dà uno spazio medio di 500,06 cmc a testa…
insomma: pur tenendo conto delle differenza di dimensioni tra le specie, si
stava strettini [12]!
Il tutto
senza calcolare che Noè avrà dovuto imbarcare anche le sementi delle diverse
piante…
2) IL CIBO
Genesi 9.21
dice che Dio raccomandò a Noè:
“Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro.”
Già, ma
quanto cibo serviva? Il problema è la durata della crociera (si veda oltre).
Si dice che
il cibo sia stato procurato dagli angeli custodi di ciascuna delle specie
viventi [13]: scesi dal cielo avrebbero portato canestri di foraggio sull’Arca
prima di guidarvi le coppie di animali.
Gli animali
non solo volevano mangiare all’ora in cui erano abituati, obbligando Noè e
figli a non dormire mai (!) per provvedere alle loro necessità, ma ognuno
voleva seguire la sua dieta: il cammello voleva la paglia, l’asino segale, l’elefante
tralci di vite (!), lo struzzo vetri rotti (!!!).
Anche Noè e
i suoi dovevano pur nutrirsi, e supponiamo di cibo kosher: sappiamo che c’erano almeno le melagrane per l’episodio del
camaleonte.
Il
camaleonte, infatti, guardava lagnoso tutti con i suoi occhi laterali, ma
nessuno sapeva che cibo dargli: respingeva tutto. Un giorno, però, Noè aprì una
melagrana, forse nella sua breve pausa pasto: dal frutto uscì un verme che
subito fu preso dalla lingua del camaleonte e divorato con, immaginiamo,
sollievo.
Al che Noè
prese le sue misure: fece una poltiglia di sterco di cammello (prima dobbiamo
immaginare che fosse stato buttato a mare), e cibò i camaleonti con i vermi che
si formavano. Sull’Arca, evidentemente, le teorie sulla generazione spontanea
erano ben lungi dall’essere state smentite! [14]
I leoni
erano stati colpiti dalla febbre. Già notoriamente puzzolenti per conto loro (Nella stia mi par esser col leone \ quando a
Lutier son presso ad un migliaio, \ ch'e' pute più che 'nfermo uom di pregione
\ o che nessun carname o che carnaio”, ricordava ancora oltre duemila anni
dopo Rustico di Filippo), furono costretti a mangiare erba come i buoi, con
immaginiamo simpatici effetti.
Secondo
altri tutti gli animali, uccelli, esseri striscianti e famiglia noachiana si
cibarono di pane di fichi. La manna non risultava ancora pervenuta dal cielo,
forse era in via di sperimentazione.
L’unico
animale che non mangiava e non rompeva era la fenice. Noè le chiese perché non
avesse chiesto cibo, e l’uccello rispose che non voleva dare fastidio visto che
il patriarca era già oberato di lavoro.
Noè, a quel
punto, trovò il tempo di benedirla pregando che Dio non la facesse mai morire.
Ma d’altronde,
lo sappiamo, la Fenice non ha compagno, e si nutre di perle d’incenso.
Dio aveva
provveduto anche all’illuminazione attraverso il misterioso tsohar di cui poco sappiamo.
Sul tetto
dell’Arca brillava una perla (antenata di quella di “Gran Valore” del Vangelo
[15]?), che aveva una luminosità variabile nel corso del giorno: quando
impallidiva Noè capiva che era spuntato un nuovo giorno, quando il suo
splendore aumentava, Noè sapeva che era giunta la notte, e quindi non perse mai
il conto dei sabati [16].
Secondo
altri la luce veniva da un Libro sacro rilegato con zaffiri, regalato da
Raffaele e Noè. Il libro conteneva “tutta la sapienza delle stelle, l’arte di
guarire e di tenere a freno i demoni” e il patriarca lo lasciò al figlio Sem;
passò poi di mano in mano ad Abramo, Levi, Mosé, Giosué e Salomone [17].
La luce era
indispensabile, visto che nei primi tempi la pioggia fu costante e il cielo non
poteva aiutare con le tempistiche; inoltre il sistema di luminosità variabile
permetteva alla famiglia del patriarca di sapere a che ora si era per poter
alimentare gli occupanti della nave all’ora giusta, come abbiamo detto sopra.
Il lavoro
era talmente immenso che, per i primi dodici mesi di navigazione, Noè e figli
non dormirono mai…
Ma di questo
parleremo nel prossimo post.
[1] Nota per
i criptozoologi: a questo punto risulta chiaro che, pur essendo da alcuni
stolti considerati parenti del cavallo, i Liocorni avevano l’unghia fessa. La
Bibbia non è imprecisa su questi particolari!
[2] A meno
che, come sostiene qualche ispirato letteralista, Dio non abbia messo i fossili
proprio per testare la fede degli uomini che li avessero trovati, e i
dinosauri non siano mai esistiti per davvero.
Se aveste
dubbio di ciò, ricordatevi che tra papi corrotti, sistemi calendariali
sballati, ore legali non previste dalla Bibbia e altre amenità, i giorni della
settimana non corrispondono più a quelli stabiliti da Dio in principio. Il
tutto forse come conseguenza di un inganno raffinato del Signore degli Inganni,
che vuole portar l’uomo alla dannazione non facendo rispettare il Sabato. Ma
alcuni altri ispirati letteralisti (usare il termine “illuminati” rischia di
evocare autori specializzati in gossip blasfemi) hanno risolto il problema:
con abile mossa hanno usato Internet (strumento del demonio) per darci il
calendario giusto. Sincronizzate le vostre candele su questo SITO e buon
Sabato!
Non
dimenticate che c’è una discrepanza in più dovuta al fatto che il Sole, che
gira intorno alla Terra come ormai è dimostrato (QUI le prove scientifiche!) si fermò su richiesta
di Giosuè, come testimoniato da Giosuè 10.12-14.
PS: non è
mia intenzione offendere nessuno e nessuna credenza. Mi limito a osservare le
religioni esistenti, e gli elementi mitici in esse presenti, sullo stesso
piano, a volte con un pizzico (si spera) di ironia. Ma se volete visitare i link segnati sopra (di cui uno crede davvero alla teoria geocentrica e l'altro no: scoprite quale dei due sia il burlone!), lo fate a vostro rischio e pericolo, soprattutto se prendete seriamente tutto ciò che c'è scritto sul web...
[3] Il Reem
è una sorta di toro selvaggio gigantesco, grande a tal punto che il suo collo è
lungo tre leghe e il suo corno destro arriva fino al cielo; un Reem neonato è
più grande del Monte Tabor, e il suo sterco è in grado di far straripare il Giordano
(!). Si dice che possa esistere solo una coppia di Reem alla volta: ogni sette
anni il maschio incontra la femmina, si accoppiano e poi, Religiosa quanto una
Mantide, essa morde il toro fino ad ucciderlo; concepisce sempre due gemelli
con una gestazione superiore agli undici mesi, ma al momento del parto il
ventre scoppia e la madre muore; i due gemelli si separano (il maschio va a est,
la femmina a ovest) per ritrovarsi dopo sette anni, amarsi e morire. Potremmo
commentare: “Love kills. True story, bro.”
[4] I suoi
rapporti di parentela con Gog e Magog restano poco chiari, nonostante le
assonanze.
[5] Lo Ziz è
un uccello pulitissimo, commestibile (il suo corno ha sapore di questo – zeh – e quello –zeh: da qui il nome) e capace di istruire l’uomo sulla sapienza di
Dio. Anche egli non è un mingherlino: la testa di un neonato poggiatosi sopra
una pinna del Leviathan raggiunse il trono divino, le sue ali aperte possono
oscurare il sole e trattenere il vento del sud; se si poggia sul fondo del
mare, le acque raggiungono appena le sua caviglie, benché il fondale sia
talmente in basso che proprio in quel punto un falegname aveva fatto cadere un’ascia…
sette anni prima! Ma essa non aveva ancora raggiunto il fondo. Una gallina-ziz
una volta covò un uovo guasto, e questo, cadendo, travolse trecento alberi di
cedro e il suo contenuto puzzolente soffocò sessanta città! I rapporti tra
quest’uccello, il Roc, Gullinkambi e il Gallo Silvestre citato da Leopardi sono
stati solo alla prima fase di studio.
[6] Si dice
che Behemot, prima di essere retrocesso a nome del demone 'gran mescitore', fosse la prima bestia terrestre creata: è simile a
un ippopotamo, ma con la coda grossa quanto il tronco di un cedro e le ossa
come tubi di ottone; ma per altri ha corna ricurve, con cui ucciderà il
Leviathan prima di essere ucciso dalle pinne di quest’ultimo. I saggi discutono
ancora se si tratti di un single o
abbia una compagna: c’è chi dice di no; chi sostiene che Dio abbia castrato il
maschio e calmato il calore della femmina; chi infine sostiene che Leviathan
sia il compagno designato di Behemot, ma Dio li abbia separati (l’uno in mare,
l’altro sulla terraferma) in modo da evitare che i loro pesi uniti spezzassero
le volte della Terra.
[7] Fonte
Wikipedia
[8] Fonte
Wikipedia
[9] Il tutto
escludendo che il Diluvio sia stato fatto solo con le acque fredde e non con
quelle roventi come in alcune versioni, per cui si rimanda al punto 3 della nostra
disanima, di prossima pubblicazione; la presenza di acque bollenti, inoltre,
renderebbe necessario ipotizzare che nell’Arca ci fossero vasche anche per i
pesci e… meglio lasciar perdere.
[10] Fonte
Wikipedia
[11] La
misura del cubito non è costante; per una prima indicazione si veda Wikipedia
QUI. Ovviamente nulla vieta che le misure dei cubiti noachiani siano differenti, e
gli stolti non citino limiti fisici ingegneristici applicabili a fatture umane:
l’Arca era progettata da Dio in persona, quindi la resistenza meccanica del
materiali va rapportata alle possibilità infinite dell’Ideatore. Quanto poi
alla teoria di Graves e Patai (I miti
Ebraici, 20.9) secondo cui l’Arca non sarebbe stata fatta di cedro ma di “legno
ondulato” (sic!) o di acacia, essa non modifica la sfida ai miscredenti. Che l'Arca fosse tonda, come suggeriscono testi mesopotamici, è illazione da pagani.
[12] L’Arca
del mito mesopotamico di Utnapishtim, la più diretta parente della narrazione
biblica, era un cubo di 120 cubiti di spigolo, con sei ponti; il cubito sumero
di Nippur era di 51,86 cm, secondo i calcoli riportati da Wikipedia, e ciò significa che lo spazio era di 89.614.080 cmc, ovvero superiore a
quello dell’Arca di Noè. Il nostro Utnapishtim si portò dietro animali e
volatili e i suoi marinai, i servi e i suoi operai. Meglio andò a Deucalione e
Pirra del mito greco, che si salvarono grazie a un’ “arca”, ovvero una grande
cassa su cui galleggiarono senza compagnia per nove giorni e nove notti; Dardano,
figlio di Zeus, si salvò da solo su una zattera costruita gonfiando una pelle e
zavorrandola con quattro pietre.
[13] Non
dimentichiamo che ciascuna specie animale aveva il suo angelo custode, così
come ogni nazione degli uomini aveva il suo. Gli angeli protettori delle
Nazioni sono i Principati, secondo la De
coelesti hierarchia dello Pseudo-Dionigi.
[14] A
proposito di questa, si veda QUI.Francesco
Redi, per aver sostenuto teorie contrarie all’Aristotelismo (come questa, che
nega la detta generazione spontanea o quella, absurda, dell’eliocentrismo di stampo galileiano pre-abiura), le
sue teorie atomiste riprese da quegli eretici epicurei democritei, e per i suoi
esperimenti sul veleno delle vipere probabilmente non avrebbe trovato posto
sull’Arca.
[15] Matteo
13, 45-46
[16] Il
concetto di questa luminosità che varia si ritroverà in diversi punti dell’opera
del cattolico Tolkien: gli Alberi di Valinor avevano una luce che variava nel
corso del giorno (per i Pilastri non si sa), così come luminosi erano i
Silmarils e Pungolo, la spada di Bilbo e Frodo che produceva un bagliore quando
gli orchi erano vicini. La Fiala di Galadriel aveva il potere di illuminarsi, a
quanto pare “caricata” dal coraggio, dalla fede e dalla speranza del Portatore
dell’Anello.
[17] Il
riferimento a Salomone e ai suoi legami col Diluvio non può che aprire una
porta sulle complesse tradizioni della Massoneria. Ma visto che questa porta
condurrebbe a un sentiero immenso, ahinoi, sarà subito chiusa in attesa di
tempi a disposizione (e a dottrina) ben più ampi di quelli attuali.
PS: le immagini sono tratte dal web e non mi appartengono: qui sono a puro corredo dell'analisi, nel rispetto della normativa vigente. Poichè tratto argomenti pertinenti a religioni attualmente praticate, ci tengo a sottolineare che il mio proposito non è assolutamente quello di irridere credenze o fede di alcuno. Ma se i pochi (ma buoni) fedeli di Zeus ancora praticanti non si sono offesi, spero possano fare altrettanto i devoti delle religioni abramiche. Questo blog non ha fini di lucro.
3 commenti:
Acc e malediz!! Ti mando il conto dell'oculista, ti mando!!! Per leggere tutte le volte le tue spettacolossissime note ci perdo 3 diottrie!1 XD
Grandioso post, in stile e possanza, come non se ne vedeva da un bè!
Giocher: basta pigiare Ctrl e ruotare la rondella del mouse e le scritte s'ingrandiscono :-)
A parte ciò, post bellissimo! Complimentoni come sempre.
Grazie!
In effetti l'esigenza di differenziare le note dal testo ha prodotto un "più piccolo" standard di Blogger che alla fin fine è ben poco leggibile.
Si acambia formato solo per i lettori sotto la perla!
Posta un commento