sabato 29 settembre 2012

PARTI AL MASCHILE 1 – UN UTERO ANOMALO



Gli dei sono diversi dagli esseri umani.
E questo è un dato di fatto.

Perciò non chiedete a un dio di avere figli in una maniera “normale”, umana.
Gli dei possono concepire in mille forme (pioggia, animali, falli emergenti dal fuoco...) e possono partorire in mille modi.

In particolare, il parto non è proibito agli dei maschi. E non stiamo parlando di figure ermafrodite, ma di veri e propri maschi. Solo che possono, a volte, rimanere “incinti”, e a volte garantire un utero non esattamente tradizionale per bimbi altrettanto non tradizionali.

Il primo esempio ci viene da Zeus, ovviamente.
Poteva il cupotonante limitare la sua potenza generatrice alla sola parte maschile? Poteva non essere madre\padre solo perché non aveva organi di riproduzione femminile?
No, certo. Zeus non si ferma a ostacoli così banali.

Si narra che Zeus sposò la dea Metis, la Saggezza. Era una titanide Oceanina, una cugina, ma era stata dalla parte degli Olimpi nella grande guerra cosmica che consegnò il mondo alla generazione di dei giovani.
Anzi. Metis aveva dato i consigli decisivi.

Così Zeus la sposò. C'è chi dice che fu la prima sposa, chi la mette dopo altre dee, ma qui poco importa. Sta di fatto che, come sempre capitava con il Signore dei Fulmini, la compagna fu presto incinta.
Fosse il primo figlio atteso, o fosse l'ennesimo, colui che godeva del titolo onorifico di Padre degli Dei si vantò che sarebbe stato padre effettivo.
Ma...

C'era un “ma”. Grosso come una casa. O, per meglio dire, grosso come il trono olimpico.
Il Fato comunicò via oracolo col futuro papà: il figlio di Metis sarebbe stato più potente del padre. Anche se il padre fosse stato Zeus.

Piccolo problemino di famiglia: Urano, il primo dei signori del mondo, era stato detronizzato (e castrato a colpi di falcetto, detto per inciso) dal figlio giovane, Crono.
Il quale Crono era stato detronizzato dal figlio giovane, Zeus.
Insomma: Zeus aveva le sue ragioni per credere che l'oracolo non scherzasse.

Così il futuro Padre, temendo castrazioni e distruzioni, decise di risolvere il problema brutalmente. Non con un “semplice” aborto divino (gli dei non lo facevano), ma affrontando il problema alla radice: divorò la futura madre in un solo boccone!

C'è chi dice che non se la mangiò in forma umana (o, per meglio dire: titanica). I razionalisti greci non erano così esagerati.
Siccome erano razionali, dissero che prima Zeus convinse (o costrinse?) Metis a tramutarsi in goccia d'acqua o in una cicala o in una mosca. Sta di fatto che così tramutata, se la inghiottì.
Se anche gli dei trovavano gustosi gli insetti, se la gustò. Se no, il sacrificio valeva la candela.
E non ci pensò più.

In realtà ci dovette ripensare presto. Metis era sopravvissuta: era la vocina che parlava dentro Zeus continuando a dargli i buoni consigli prudenti su ogni cosa.
Mogliettina davvero devota, questa Metis.

Ma se la sposa sopravviveva dentro Zeus, che fine aveva fatto il feto? C'era anche lui. Metis non solo era ancora “viva” (se questo termine ha un senso per gli dei), ma continuava la sua gravidanza.
Anzi. Pare che dentro Zeus si sia data da fare per preparare un'armatura al futuro pargolo. Dove Metis trovasse attrezzi e metallo nel corpo di Zeus non è dato saperlo, ma il “povero” mancato papà iniziò a soffrire di mal di testa sempre più feroci.
Un'emicrania che gli spaccava la testa in due.
Anzi. A un certo punto, in assenza di cachet divini, il re degli dei non ne poté proprio più. Convocò Prometeo, il titano artigiano, o Efesto, il dio fabbro (ci sono entrambe le versioni) e per risolvere il problema del mal di testa, chiese che gli si spaccasse il cranio.
Ora: non sappiamo cosa passò nella testa dell'incaricato della “delicata” operazione di chirurgia cranica, ma sappiamo che il raffinato bisturi che agì sulla sacra cervice fu una pesante ascia bipenne usata a piena forza.
E con efficacia.

Il cranio di Zeus si aprì e ne spuntò fuori, come un'archetipica Cappuccetto Rosso dal ventre del lupo, la dea Atena, armata di tutto punto, con armatura, lancia e scudo. E invece del classico vagito, lanciò un terrificante urlo di guerra.

Il mito non ci racconta come il cranio di Zeus fosse stato rimesso a posto, né si chiede come dallo stomaco in cui probabilmente stava Metis, la figlia uscì dalla testa divina.
Ma Atena era la dea dell'intelligenza e delle arti, quindi al mitografo sembrava giusto che uscisse dalla testa di Zeus.
E Zeus non ebbe più il suo colossale mal di testa.

E l'oracolo?
Gli Olimpi sono maschilisti. Le teste calde (non spaccate in due) che volevano prendere i posto dei padri erano, appunto maschi. Per quanto Atena fosse forte e intelligente, era un donna, e quindi non era una minaccia per l'augusto genitore.
Anzi: divenne la sua più fidata consigliera e alleata. Ed essendo “nata dal solo padre”, era sempre pronta a schierarsi con lui, facendo in modo che le “quote rosa” dei dodici grandi dei (sei dei e sei dee) non facessero mai fronte unico contro gli dei maschi... finendo sottomesse al volere dei compagni.

Immaginiamo compiaciuto di come era uscito da questa situazione, Zeus si dedicò ad altri amori. E, seppur non lo sapesse ancora, si avviò lungo la strada che lo portò a partorire una seconda volta.

Ma questo lo racconteremo più avanti.

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