Gli dei sono diversi dagli
esseri umani.
E questo è un dato di
fatto.
Perciò non chiedete a un
dio di avere figli in una maniera “normale”, umana.
Gli dei possono concepire in
mille forme (pioggia, animali, falli emergenti dal fuoco...) e
possono partorire in mille modi.
In particolare, il parto non
è proibito agli dei maschi. E non stiamo parlando di figure
ermafrodite, ma di veri e propri maschi. Solo che possono, a volte,
rimanere “incinti”, e a volte garantire un utero non esattamente
tradizionale per bimbi altrettanto non tradizionali.
Il primo esempio ci viene da
Zeus, ovviamente.
Poteva il cupotonante
limitare la sua potenza generatrice alla sola parte maschile? Poteva
non essere madre\padre solo perché non aveva organi di riproduzione
femminile?
No, certo. Zeus non si ferma
a ostacoli così banali.
Si narra che Zeus sposò la
dea Metis, la Saggezza. Era una titanide Oceanina, una cugina, ma era
stata dalla parte degli Olimpi nella grande guerra cosmica che
consegnò il mondo alla generazione di dei giovani.
Anzi. Metis aveva dato i
consigli decisivi.
Così Zeus la sposò. C'è
chi dice che fu la prima sposa, chi la mette dopo altre dee, ma qui
poco importa. Sta di fatto che, come sempre capitava con il Signore
dei Fulmini, la compagna fu presto incinta.
Fosse il primo figlio
atteso, o fosse l'ennesimo, colui che godeva del titolo onorifico di
Padre degli Dei si vantò che sarebbe stato padre effettivo.
Ma...
C'era un “ma”. Grosso
come una casa. O, per meglio dire, grosso come il trono olimpico.
Il Fato comunicò via
oracolo col futuro papà: il figlio di Metis sarebbe stato più
potente del padre. Anche se il padre fosse stato Zeus.
Piccolo problemino di
famiglia: Urano, il primo dei signori del mondo, era stato
detronizzato (e castrato a colpi di falcetto, detto per inciso) dal
figlio giovane, Crono.
Il quale Crono era stato
detronizzato dal figlio giovane, Zeus.
Insomma: Zeus aveva le sue
ragioni per credere che l'oracolo non scherzasse.
Così il futuro Padre,
temendo castrazioni e distruzioni, decise di risolvere il problema
brutalmente. Non con un “semplice” aborto divino (gli dei non lo
facevano), ma affrontando il problema alla radice: divorò la futura
madre in un solo boccone!
C'è chi dice che non se la
mangiò in forma umana (o, per meglio dire: titanica). I razionalisti
greci non erano così esagerati.
Siccome erano razionali,
dissero che prima Zeus convinse (o costrinse?) Metis a tramutarsi in
goccia d'acqua o in una cicala o in una mosca. Sta di fatto che così
tramutata, se la inghiottì.
Se anche gli dei trovavano
gustosi gli insetti, se la gustò. Se no, il sacrificio valeva la
candela.
E non ci pensò più.
In realtà ci dovette
ripensare presto. Metis era sopravvissuta: era la vocina che parlava
dentro Zeus continuando a dargli i buoni consigli prudenti su ogni
cosa.
Mogliettina davvero devota,
questa Metis.
Ma se la sposa sopravviveva
dentro Zeus, che fine aveva fatto il feto? C'era anche lui. Metis non
solo era ancora “viva” (se questo termine ha un senso per gli
dei), ma continuava la sua gravidanza.
Anzi. Pare che dentro Zeus
si sia data da fare per preparare un'armatura al futuro pargolo. Dove
Metis trovasse attrezzi e metallo nel corpo di Zeus non è dato
saperlo, ma il “povero” mancato papà iniziò a soffrire di mal
di testa sempre più feroci.
Un'emicrania che gli
spaccava la testa in due.
Anzi. A un certo punto, in
assenza di cachet divini, il re degli dei non ne poté proprio più.
Convocò Prometeo, il titano artigiano, o Efesto, il dio fabbro (ci
sono entrambe le versioni) e per risolvere il problema del mal di
testa, chiese che gli si spaccasse il cranio.
Ora: non sappiamo cosa passò
nella testa dell'incaricato della “delicata” operazione di
chirurgia cranica, ma sappiamo che il raffinato bisturi che agì
sulla sacra cervice fu una pesante ascia bipenne usata a piena forza.
E con efficacia.
Il cranio di Zeus si aprì e
ne spuntò fuori, come un'archetipica Cappuccetto Rosso dal ventre
del lupo, la dea Atena, armata di tutto punto, con armatura, lancia e
scudo. E invece del classico vagito, lanciò un terrificante urlo di
guerra.
Il mito non ci racconta come
il cranio di Zeus fosse stato rimesso a posto, né si chiede come
dallo stomaco in cui probabilmente stava Metis, la figlia uscì dalla
testa divina.
Ma Atena era la dea
dell'intelligenza e delle arti, quindi al mitografo sembrava giusto
che uscisse dalla testa di Zeus.
E Zeus non ebbe più il suo
colossale mal di testa.
E l'oracolo?
Gli Olimpi sono maschilisti.
Le teste calde (non spaccate in due) che volevano prendere i posto
dei padri erano, appunto maschi. Per quanto Atena fosse forte e
intelligente, era un donna, e quindi non era una minaccia per
l'augusto genitore.
Anzi: divenne la sua più
fidata consigliera e alleata. Ed essendo “nata dal solo padre”,
era sempre pronta a schierarsi con lui, facendo in modo che le “quote
rosa” dei dodici grandi dei (sei dei e sei dee) non facessero mai
fronte unico contro gli dei maschi... finendo sottomesse al volere
dei compagni.
Immaginiamo compiaciuto di
come era uscito da questa situazione, Zeus si dedicò ad altri amori.
E, seppur non lo sapesse ancora, si avviò lungo la strada che lo
portò a partorire una seconda volta.
Ma questo lo racconteremo
più avanti.
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