domenica 7 marzo 2010
MITOLOGIA INDIANA - Avatar non su Pandora! - 3
Vi abbiamo raccontato del primo degli Avatara di Vishnu, Matsya, il pesce che salvò il progenitore dell'attuale Umanità dal Diluvio Universale.
La storia del secondo Avatar, ovvero Kurma, la Tartaruga, ne deriva immediatamente, e anche questo è uno dei più antichi miti sulle manifestazioni del dio Preservatore che si ritrovano nei Vedanta, dove apparva Kasyapa-Tartaruga.
Ed è anche uno dei miti più curiosi che ci sia capitato di leggere, con il Caos primordiale usato un po' come il primo caseificio della storia!
Kurma appare in un mito di guerra celeste, se vogliamo uno dei tanti paralleli indiano della Titanomachia greca: il mito racconta della comeptizione tra gli dei del pantheon indù (i Devata) e i loro rivali e cugini, gli Asura.
Si narra che, in seguito al Diluvio, gli dei avevano perso la loro perpetuità, e implorarono Vishmu di soccorrerli. Questi, pietoso, si trasformò in tartaruga (Kurma significa appunto tartaruga) e sprofondò nell'Oceano degli Elementi (Samudra), invitando gli dei e gli Asura a seguirlo e a compiere un'opera grandiosa: "frullare" l'Oceano primordiale, come si fa col latte, per ottenere i meravigliosi prodotti che solo l'Oceano primordiale poteva donare.
Per fare questo, come frullino fu infilato nelle acque il Monte Mandara, con attorno il sepente Vasuki, re dei Naga e figlio di Kadru: collocato il Monte su Kurma, gli dei da una parte e gli Asura dall'altra tiravano alternativamente le estremità del serpente, per estrarre il "burro" della Amrita, cioè la bevanda immortale, il nettare degli dei, ovvero la Soma, l'essenza dell'essere, il perfetto sacrifico puro da offrire agli dei stessi.
Quando finalmente la bevanda fu pronta, una meravigliosamente sensuale fanciulla, Mohini, apparve e si preoccupò di distruibuire la bevanda. Mohini era bellissima, attarente più di ogni altra donna immortale, e i licenziosi Asura dapprima non si accorsero che la fanciulla dava a loro acqua, mentre distribnuiva l'Amrita agli dei, e in seguito la circondarono per accattivarsi i suoi favori, dimenticando del tutto la bevanda finchè questa non fu terminata dai Devata.
Solo a quel punto Mohini sparì, rivelandosi l'ennesima forma assunta da Vishnu: in questo modo il dio garantì la Soma (e l'immortalità) ai Devata, secondo il Dharma, l'ordine cosmico, e togliendola agli Asura, i rappresentanti dell'Adharma, la Disarmonia Cosmica.
Si dice che dal frullamento dell'Oceano, apparvero oltre alla Soma altre tredici cose, che insieme alla bevanda formavano le Chaturdasa Ratnam, le Quattordici Cose che più meritano di essere desiderate dai mortali, secondo l'idea del mondo degli Arya.
Esse sono:
1) Appunto la Soma-Amrita, di cui gli dei sono golosi tanto da berne fino all'ebbrezza, e a cui è dedicato l'intero terzo Veda, ovvero il Samaveda;
2) Lakshmi, dea della Fortuna e della Bellezza, sposa di Vishnu;
3) Dhanvantari, il grande medico simbolo della prefertta salute, che tiene la coppa dell'Amrita e che comporrà lo Yajur-Veda, il secondo dei Veda;
4) Sura, la dea del vino;
5) Chandra, il dio della Luna, equivalente alla Soma, e forse il simbolo della buona morte;
6) Rambha, una ninfa delle Apsara, il prototipo della buona amante (in alcune versioni non c'è Rambha, ma il vascello volante Pushpaka o Ratnavarshuka, il "Gioiello-Fulmine", con cui Ravana rapirà Sita e che Rama, altro Avatara di Vishnu, prenderà come bottino di guerra);
7) Uchchaihsravas, il re dei cavalli, il cavallo bianco prototipo del miglior cavallo del mondo;
8) Airvata, l'eccelso elefante, l'elefante bianco di Indra, il dio a capo degli dei vedici;
9) Parijata, l'albero addobbato con tutto ciò che si può desiderare nella vita;
10) Kaustubha, il più bel gioiello del mondo, al punto che Vishnu stesso lo porta al collo;
11) Surabhi (detta anche Kamadhenu), la vacca dell'abbondanza;
12) Sankha, la conchiglia simbolo della vittoria, che Vishmu tiene in una delle sue quattro mani;
13) Dhanu, il miglior arco del mondo, che sarà poi l'arma dell'eroe Rama;
14) Visha, il veleno, inteso come il greco "pharmakon". veleno mortale, ma anche ciò che dà la guarigione.
Alcune piccole note
In questo mito c'è chi ha visto il tema del ritorno alle origini: dopo il Pralaya, la ciclica distruzione del mondo a opera (stavolta) del Diluvio, il mondo torna al Caos, dove regna la Disarmonia-Adharma rappresentata dagli Asura.
Per riportare l'Armonia-Dharma, il mondo ha bisogno di un asse attorno a cui ruotare (il Monte Mandara) che funga da centro, e di essere inserito nel tempo (il serpente Vasuki). Solo "estraendo" la Soma e le altre Chaturdasa Ratnam, e distribuendo la Soma solo ai Devata escludendo dalla sua fuizione gli Asura, solo così il mondo potrà tornare all'Ordine precedente, se vogliamo il Kosmos (il mondo "ordinato") dei Greci.
Secondo altri il mondo poggia sulle molte teste di Vasuki, e che ogni suo movimento provochi terremoti. Per alcuni l'arca di Manu fu legata al cornpo di Matsya proprio usando Vasuki come corda.
Una tartaruga alla base del mondo? Non è un'esclusiva indù! Ad esempio tra gli Huron dell'America Settentrionale, il mondo giace sul dorso di una Grande Tartaruga su cui è stata sparsa la terra pescata dal fondo del Grande Oceano (i terremoti nascono quando la tartaruga si muove). La sua versione in piccolo è il mito del Fastitocalon (la Tartaruga-Isola) di cui ci parlano Borges e la Guerrero, e poi Tolkien, costruita sul modello dello Jasconius (il pesce-isola) della "Navigazione di San Brandano".
Nessun commento:
Posta un commento