lunedì 27 aprile 2009

Catastrofi a scelta - I Cinque Soli degli Aztechi III


Secondo gli Aztechi, la nostra era è stata preceduta da altre quattro, ciascuna dominata da un sole. Tutte le ere si conclusero con enormi catastrofi che spazzarono via il mondo che, in seguito ad esse,dovette essere ricreato.

Come detto, il quarto Sole, il Sole d’Acqua terminò con un Grande Diluvio.

Tuttavia il Sole d’Acqua, più pietoso dei suoi predecessori, quando stava per scatenarsi la grande catastrofe, convocò un uomo e una donna, Tata e Nena, che lavoravano i campi.

Il Sole d’Acqua disse loro della catastrofe imminente, e li invitò a salvarsi in questo modo.

“Al centro della foresta – disse - cercate un albero molto alto e robusto. Sulla sua cima praticate una cavità, alta sul suolo, entrate in essa e restatevi finché le acque non siano defluite. Quando tornerete sulla terra, però, non mostratevi avidi e prendete solo ciò che basta a vostri bisogni: una pannocchia di mais per ciascuno”.

Così Tata e Nena corsero nella foresta, e al centro di quella trovarono una pianta vecchia di secoli, così alta che sembrava toccare il cielo. Si arrampicarono lungo il tronco e all’attaccatura dei rami trovarono una cavità naturale: l’allargarono solo un poco, e ne fecero un comodo rifugio.

Il Grande Diluvio spazzò via tutto, e acque coprirono ogni cosa, ma dal loro rifugio Tata e Nena videro passare i relitti di quella tremenda alluvione: alberi strappati, pentole ed arnesi degli uomini, i cadaveri degli altri esseri umani e degli animali. Solo i pesci sopravvissero.

Quando finalmente l’inondazione cessò e le acque scesero di livello, i due scesero dall’albero. Avevano fame, e appena videro un pesce nuotare in un corso d’acqua, lo presero e lo arrostirono.

Il fumo del loro pasto salì in cielo e fu visto dal Sole d’Acqua che, irritato dalla disobbedienza al suo comando, prese un grande randello e colpì violentemente i due sopravvissuti alla testa, distruggendo quella parte del cervello che ne faceva esseri simili agli dei: Tata e Nena furono tramutati in cani.

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